“E’ andata male”: Renzi non passa, il quorum non viene superato e partono le cannonate a Calenda

10 Giu 2024 9:45 - di Redazione
Renzi Europee

“Niente, è andata male”. Matteo Renzi archivia il passo falso degli Stati Uniti d’Europa – attestatosi al 3,7 % quando manca ina manciata di sezioni per ultimare lo scrutinio delle Europee 2024- . Niente 4%, il quorum non viene superato. “Purtroppo la lista Stati Uniti d’Europa è rimasta fuori per pochissimo dal Parlamento Europeo. Mi spiace molto e vorrei abbracciare i volontari che si sono spesi per questa idea: siete stati meravigliosi. La gratuità del vostro servizio allarga il cuore”. E pensare che Renzi voleva superare Salvini, aveva detto l’aprile scorso.

Renzi: “Pesa l’assurda rottura del Terzo polo”

Esattamente 10 anni dopo dall’elezione che lo aveva incoronato «mister 40%» come segretario del Pd, l’ex premier si trova ora a meno di un decimo di quella percentuale. I ringraziamenti di rito: “Sono grato a Emma Bonino e a tutti i dirigenti politici che ci hanno creduto. Ma la politica è una grande scuola di vita anche quando non si vince”, si consola. “E dunque non riesco a essere triste cari amici”. E’ convinto che “al mondo impazzito di oggi servono gli Stati Uniti d’Europa ed è stato bello affermare le ragioni di un sogno controcorrente”. Ognuno gioisce come crede. Ma dopo i ringraziamenti di rito arrivano i bombardamenti a Calenda:

Renzi accusa Calenda: “Che follia: potevamo avere sette parlamentari europei”

Sul risultato italiano pesa l’assurda rottura del Terzo Polo: potevamo avere sette parlamentari europei riformisti, insieme. E invece sono zero. Che follia”, dice ricordando la rottura con Carlo Calenda. Poi l’onore al merito ai vincitori: “Ma i cittadini hanno scelto e i cittadini hanno sempre ragione: auguro agli eletti di onorare l’impegno a Strasburgo facendo loro i complimenti più sinceri”. Neanche Azione ha infatti superato la soglia di sbarramento, fermandosi a un risicato 3,2%. Due fallimenti. NOn ci sono commenti ufficiali, ma è certo che anche Emma Bonino ha in mente un responsabile per questa sconfitta:  Carlo Calenda, anche lui rimasto al palo. Quando Emma Bonino aveva pensato e voluto la lista Stati Uniti d’Europa era a lui che pensava come alleato naturale insieme a Matteo Renzi. Due convinti europeisti. Non c’è stato niente da fare. Un flop.

Dopo la rottura del Terzo Polo avevano deciso di percorrere ognuno la propria strada. L’appuntamento alle urne per vedere chi avrebbe superato la soglia di sbarramento li ha visti perdenti. Una sorta di regolamento dei conti alle urne. O piuttosto, le urne- gli elettori- che hanno regolato i conti con loro…

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