Antisemitismo: Klaus Davi aggredito davanti a una Moschea a Milano: “Vattene, ebreo di m…”

22 Giu 2024 12:43 - di Giulio Fioretti
Klaus Davi

Klaus Davi è stato aggredito dinanzi a una Moschea di Milano. Ne dà notizia lo stesso giornalista in un video pubblicato sui social.

L’aggressione al Centro Islamico

Klaus Davi  si era recato nei pressi del Centro islamico di viale Jenner a Milano per realizzare alcune interviste ai passanti e ai frequentatori della Moschea. Attorno alle 13 alcuni frequentatori del Centro Islamico si sono avventati sul giornalista intimandogli di abbandonare la zona urlando e spintonandolo. ”Siete degli assassini, vattene, figlio di put…. Ebreo di m…..ti ammazziamo”, le parole riferite da Davi. L’aggressione sarebbe degenerata se alcuni passanti non fossero intervenuti a contenere i due aggressori. ”Stavo facendo sul viale delle domande sul 7 ottobre, sulla guerra in Medio Oriente, sugli ostaggi in mano ad Hamas, quando i due uomini mi hanno minacciato e spintonato e sputato. Ho cercato di mantenere la calma. La mia intenzione era semplicemente indagare sul punto di vista dei frequentatori del centro relativamente alla strage del 7 ottobre” ha aggiunto il giornalista .

Klaus Davi: “Discriminato perché ebreo”

Il giornalista continua il suo racconto aggiungendo di essere stato, “sul Viale, uno spazio pubblico, non all’interno del centro ”. Davi  nonostante le frequenti intimidazioni è rimasto fino alle 15. Nel video diffuso  c’è una scena eloquente. Il giornalista si è rivolto a un giovane frequentatore della moschea chiedendogli di accendergli una sigaretta. Ma il giovane è stato apostrofato da un uomo che gli ha intimato in arabo ”non farlo, è un ebreo”. ”Mi ha molto colpito questa cosa, davvero inquietante. Sono per la libertà religiosa, ma che tipo di cultura viene veicolata in questi contesti? Che rischi sta correndo la Comunità Ebraica?'”, ha detto ancora Klaus Davi.

La Comunità ebraica: “Clima di intolleranza a Milano”

Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano ha commentato l’accaduto dicendo che, “Se un giornalista, solo perché ritenuto ebreo, non può più lavorare perché subisce pesanti intimidazioni razziste  la cosa è gravissima. Non solo per gli ebrei, ma per il giornalismo e la libertà di informazione del nostro Paese”. “Tutto questo è il risultato del clima Propal che dal 7 ottobre rende difficile la vita degli ebrei a Milano: dall’università al 25 aprile fino al Pride, è tutto un continuo esaltare la ‘Resistenza’ dei terroristi di Hamas”, ha aggiunto Meghnagi.

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