Rushdie insulta Meloni: “Infantile, cresca”. Al Salone del Libro il bon ton vale solo per i politici?
Ci sono stati gli auspici e ci sono stati i primi passi, che sembrano andare in un’altra direzione. Si è aperto a Torino il Salone del Libro e mentre sia il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sia il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, si sono augurati rispettivamente un Salone “finalmente assolutamente plurale” e al riparo da “sterili polemiche politiche”, sia la compressione del pluralismo sia le polemiche politiche si sono affacciate sul taglio del nastro.
Salman Rushdie al Salone del Libro: “Meloni infantile, cresca”
Il tenore rispetto alle seconde lo ha dato una dichiarazione di Salman Rushdie. “Io a questa signora darei un consiglio: di essere meno infantile, e la inviterei a crescere”, ha detto lo scrittore in conferenza stampa, riferendosi a Giorgia Meloni. Per Rushdie il premier non avrebbe dovuto querelare Roberto Saviano, che sarà al suo fianco alla presentazione del libro Coltello. Meditazioni dopo un tentato assassinio (Mondadori), in cui ha raccontato l’attentato subito il 12 agosto del 2022. “A rischio mio personale, dico questo, i politici dovrebbero farsi la pelle un po’ più dura, perché un politico al giorno d’oggi oltre ad avere grande potere ha anche molta autorità e quindi – ha sostenuto Rushdie – è normale che qualcuno fra la popolazione ne parli direttamente, magari male, magari usando una brutta parola come quella che ha usato Roberto”. Non sappiamo come andrà la presentazione, ma insomma le premesse perché il Salone diventi luogo di attacchi politici, prima ancora che di polemiche, ci sono tutte.
Il no alla presentazione del libro di Sgarbi perché candidato alle europee: “Non è elegante”
Quanto poi al pluralismo a fare da cartina di tornasole c’è il caso di Vittorio Sgarbi, che non potrà presentare il proprio libro su Michelangelo Stupore e paura (La Nave di Teseo) perché candidato alle europee. “Seguiamo le regole della campagna elettorale, naturalmente. Quindi i politici candidati, mi sembra anche una questione di eleganza, non possono presentare i libri, ma il salone è aperto a tutti e accoglieremo tutti con gioia”, ha spiegato la direttrice del Salone, Annalena Benini. E, certo, in teoria un problema di opportunità si pone, se non fosse che Sgarbi è candidato solo al Sud e che il tema del libro esula del tutto dai temi politici.
La replica: “Corro al Sud. Si sanciscono dannose incompatibilità, momento triste per l’Italia”
“Mi rassicura la casa editrice – ha commentato Sgarbi – che non si tratta di una censura personale, ma di una norma non scritta che prevede che chi è candidato alle elezioni in regime di par condicio non possa presentare un libro”. “Sembra strano, e lo è. Ma ben oltre l’assurdità, essendo il Salone del libro a Torino e io – ha ricordato – candidato alle europee nel meridione d’Italia. Si dirà che il Salone del libro è una manifestazione nazionale e quindi può determinare influenze e vantaggi politici anche per chi presenta un libro di storia dell’arte. Non ho mancato l’appuntamento torinese per 36 anni, e sono certo che in tanti anni avrò incrociato occasioni elettorali. È un momento triste per l’Italia perché sancisce dannose incompatibilità e, attraverso proibizioni e limitazioni, invece di garantire pari diritti – ha concluso Sgarbi – impone falsi doveri”.