Renzi tradito dal fuori onda alla Fantozzi: “La par condicio è una ca…ta pazzesca” (video)

23 Mag 2024 14:46 - di Carlo Marini
Renzi par condicio

Come Paolo Villaggio nel classico del cinema comico “Il secondo tragico Fantozzi”, con la par condicio al posto della Corazzata Potomkin: accade a Matteo Renzi, colto in un fuori onda nel corso di un’intervista, rapidamente finita su Youtube. E, altrettanto rapidamente, divenuta virale in Rete e sui social.

L’ex premier si lascia sfuggire l’espressione trash

“La par condicio è una cagata pazzesca”, si lascia sfuggire il leader di Italia Viva a margine di un’intervista. Operatore e giornalista rimangono spiazzati: Renzi capisce che stavano ancora registrando, consapevole di avere fatto una gaffe. Non la prima e nemmeno l’ultima della sua attività di politico e di comunicatore. C’è da dire che, al di là della pittoresca definizione, la par condicio viene bocciata in questi giorni da numerose personalità non solo della politica.

L’ultimo ad avere denunciato che la par condicio non è serve a niente è stato Bruno Vespa. Il conduttore di Porta a Porta, che si è visto bloccato all’ultimo momento il confronto tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la leader del Pd, Elly Schlein, ha demolito l’attuale legge. “Aveva senso con Silvio Berlusconi in politica, ma adesso non ha più motivo di esistere”, ha spiegato il giornalista e conduttore Rai.

Par condicio, dietro la gaffe di Renzi, una percezione comune

E sulla par condicio è intervenuta mercoledì 22 maggio anche la presidente Rai, Marinella Soldi, parlando in audizione in Commissione di Vigilanza.  “Par condicio? Ovviamente la Rai rispetta le regole, sta andando mi sembra bene nei monitoraggi ma non è questo il punto. Il punto è ancora una volta cosa stiamo creando come possibilità per gli utenti di avere e di coltivare uno spirito critico per poi prendere le decisioni importanti rispetto alla nostra democrazia. La Bbc, presa come faro da molti, per quanto riguarda le elezioni non misura in maniera esplicita il tempo. Dice che il tempo non è assolutamente la misura per verificare l’equilibrio del pluralismo. È scritto nelle policy editoriali come qui da noi. Se uno vuole fare un esempio poco felice, in questo momento, intorno alla Presidenza Toti c’è un tempo infinito di notizie, però non penso sia quello che noi vogliamo misurare”.

 

 

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