Open Arms, l’ex ministro degli Esteri smentisce la ong. A processo come testi anche Merkel e Borrell
Novità all’ennesima udienza a Palermo del processo Open Arms, che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per sequestro di persona, con l’accusa di aver impedito per giorni lo sbarco di 147 migranti recuperati dalla nave dell’ong spagnola.
Open Arms, Merkel e Borrell chiamati a testimoniare
Tra i testimoni che potrebbero essere chiamati a deporre prossimamente ci sono l’ex cancelliere tedesco, Angela Merkel, e l’ex ministro degli Esteri spagnolo, Josep Borrell. Lo ha reso noto in aula il pm Gery Ferrara anche se la richiesta non è stata ancora formalizzata. A occupare la scena oggi è stato l’ex ministro degli Esteri all’epoca dei fatti (agosto 2019) Enzo Moavero Milanesi, che ha raccontato di aver ricevuto molte telefonate dal ministro degli Esteri spagnolo.
L’ex ministro degli Esteri: la Spagna era disponibile
“Durante il periodo della vicenda Open Arms, tra la metà di agosto e il 20 agosto, ho avuto svariate telefonate con il ministro degli Esteri spagnolo. Venivano fatte dal ministro spagnolo per cercare di trovare una soluzione a una vicenda che aveva connotati drammatici”, ha detto l’ex ministro in aula. Parole che indirettamente inguaiano la ong spagnola: Open Arms avrebbe rifiutato l’aiuto della Spagna (Paese di bandiera dell’imbarcazione). “Ero a conoscenza della disponibilità della Spagna ad accogliere i migranti. Appresi i nomi degli altri Paesi disponibili a farlo dalla lettera aperta del presidente del Consiglio. I Paesi disponibili erano la Germania, la Francia, la Spagna, il Portogallo, la Romania e il Lussemburgo”, ha aggiunto l’ex ministro degli Esteri.
La redistribuzione dei migranti era gestita da Palazzo Chigi
Poi ha anche precisato che “nell’agosto del 2019 il ruolo preponderante per la redistribuzione dei migranti è stato assunto dalla presidenza del Consiglio. Nel senso che come ministero degli Esteri eravamo a disposizione, ma i contatti con gli Stati per la redistribuzione delle persone a bordo delle navi erano presi dalla Presidenza del Consiglio”. Insomma la catena di comando era saldamente nella mani dell’allora premier Giuseppe Conte. “Nel caso specifico io non presi contatti diretti, evitavamo sovrapposizioni per non complicare il tipo di risultato”.
Non conoscevo direttamente la situazione a bordo
Sapeva che per le cattive condizioni meteo la nave non avrebbe potuto proseguire la navigazione? “Lo sapevo dai medi – ha risposto – ma non ebbi comunicazioni ufficiali in merito”. L’ex ministro ha riferito di non essere a conoscenza della situazione a bordo né della natura delle persone. “Quando ho appreso dai media che il tribunale dei minori di Palermo aveva ordinato lo sbarco immediato dei minori non accompagnati, ho scoperto che c’erano minori non accompagnati. Ma non avevo informative dirette”.