Nasce “La casa di Chiara”: aiuterà le famiglie che affrontano gravidanze patologiche
Ospitare e assistere, gratuitamente, famiglie e donne che affrontano gravidanze con patologie prenatali che compromettono la salute del nascituro, della madre o di entrambi, e per questo necessitano di terapie ospedaliere specialistiche e operazioni chirurgiche intrauterine. È questo il progetto “La Casa di Chiara”, inaugurato oggi a Roma, alla presenza di istituzioni e autorità civili e religiose, dei rappresentanti di Pro Vita & Famiglia Onlus e della Fondazione il Cuore in una Goccia, enti promotori dell’iniziativa, e dei familiari di Chiara Corbella Petrillo alla cui figura è ispirato e dedicato il progetto.
Bellucci: “Difendere la vita è un dovere di tutti”
“Sono qui per rappresentare non solo la mia vicinanza e gratitudine, ma anche quella del governo italiano e del presidente del Consiglio Giorgia Meloni”, ha affermato il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci, delegata dalla presidenza del Consiglio dei ministri per presenziare all’inaugurazione. “Questa iniziativa – ha proseguito – è la concretizzazione del diritto di ciascuna vita ad essere protetta, con attenzione, con capacità, con la voglia e il desiderio di proteggere la vita quando è in uno stato di fragilità. Dunque, grazie a tutti coloro i quali si stanno spendendo, con questo progetto, per difendere la cosa più preziosa che abbiamo: la vita, che è tale dal concepimento fino al momento della morte. Proteggere la vita è un dovere di tutti”.
Chi era Chiara Corbella Petrillo, che ha ispirato “La casa di Chiara”
Chiara Corbella Petrillo era alla sua terza gravidanza quando le fu diagnosticato un tumore. I primi due figli erano morti subito dopo la nascita: Chiara e il marito Enrico sapevano che non sarebbero potuti sopravvivere a causa di gravi malformazioni, ma decisero comunque di portare avanti le gravidanze. “Il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita, ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente”, scrisse nei suoi appunti Chiara, che poi in attesa del terzo figlio, Francesco, rifiutò ogni cura potesse metterlo a rischio. Il bimbo nacque sano, ma per Chiara, nonostante le terapie tempestive dopo il parto, era ormai troppo tardi. Quando “salì al cielo” Chiara era ormai straziata nel corpo, ma non nell’animo, supportata da una incrollabile fede. Successivamente è stata dichiarata “serva di Dio” ed è attualmente in corso il processo per la beatificazione prima e la canonizzazione poi. Meloni la citò nel suo discorso di insediamento, inserendola tra le donne cui voleva dire grazie per il loro esempio.
Un aiuto concreto per le famiglie che affrontano il difficile percorso della gravidanza patologica
“La Casa potrà ospitare fino a 3 nuclei familiari per periodi variabili a seconda delle necessità”, ha spiegato il portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus Jacopo Coghe, ricordando che “nell’ultimo anno oltre il 79% delle richieste di assistenza giunte su Roma proveniva da famiglie residenti fuori dalla Regione Lazio”. Il contributo di Pro Vita & Famiglia, in questo progetto, si concretizzerà “nella gestione quotidiana dell’appartamento e nell’assistenza quotidiana alle famiglie con le spese delle utenze, per le necessità giornaliere, l’accesso ai servizi pubblici e proposte di intrattenimento educativo e ludico per eventuali altri figli”, ha proseguito Coghe, spiegando che l’idea è arrivata dalla propria esperienza: “Anche noi come famiglia abbiamo vissuto un’esperienza di gravidanza patologica, accompagnando nostro figlio nei difficili momenti post parto, fino alla sua salita in Cielo”.
L’iniziativa di Pro Vita e “Il cuore in una goccia”
È stato poi il presidente di Pro Vita, Antonio Brandi, a spiegare che la stessa onlus è stata ispirata dalla figura Chiara Corbella Petrillo, che conosceva personalmente. “I nostri servizi sociosanitari non si fermano alla sola risposta medico-clinica-scientifica, ma abbracciano la coppia, la famiglia con tutta un’altra serie di supporti solidali”, ha poi spiegato Giuseppe Noia, Professore associato dell’Università Cattolica di Medicina Prenatale e presidente della Fondazione “Il cuore in una goccia”, parlando di “una medicina, dunque, fatta di aiuti concreti che serve la vita fragile e produce tracciati di speranza”.
Il saluto di Schillaci e Tajani. Monsignor Ambarus: “Un progetto nato dalla testardaggine dell’amore”
All’inaugurazione della Casa di Chiara hanno inviato un messaggio anche il ministro della Salute Orazio Schillaci e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando il “grande valore” del progetto, e hanno partecipato l’assessore all’Inclusione sociale della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, delegato personale del presidente Francesco Rocca, e l’assessore regionale alla Cultura e alle Pari opportunità Simona Baldassarre. “È come se la vita avesse bisogno di un’enorme sala parto – ha aggiunto – un enorme luogo, non fisico, dove dare e ricevere amore. In piccolo, tutto ciò accade con questa struttura, la cui realizzazione ha sicuramente richiesto quella che io chiamo la testardaggine dell’amore”, ha detto monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma per l’ambito della diaconia della carità.