Naja sì, Naja no, aspro botta e risposta Salvini-Crosetto. Il titolare della Difesa boccia la proposta leghista: servono professionisti

13 Mag 2024 16:01 - di Bianca Conte
Naja Salvini Crosetto

Naja obbligatoria, l’eterno dilemma si ripropone nel botta a risposta a distanza tra Matteo Salvini e Guido Crosetto, e si anima nel giorno del raduno degli alpini a Vicenza, ed è tutto incentrato sulla proposta della Lega di tornare al servizio di leva obbligatorio in Italia. Il vicepremier, segretario del Carroccio, ha rilanciato l’idea mai abbandonata – e ciclicamente rilanciata, come ancora ieri – di ripristinare la “naja” per i giovani italiani, che nella nuova versione appena proposta vedrebbe l’obbligatorietà sia maschile che femminile: una novità nel nostro Paese. Ma immediato arriva l’altolà del ministro Crosetto che, contestualmente, e sempre dagli spalti della 95ª Adunata nazionale degli alpini di Vicenza, sul suggerimento-progetto leghista di una mini-leva universale e regionale di sei mesi ha detto chiaramente come la pensa. Ma procediamo con ordine.

Naja, Salvini rilancia la proposta della Lega. Crosetto la rispedisce al mittente

Un confronto su due posizioni diametralmente opposte, quello che si è acceso tra i due ministri, e che riaccende in Italia un dibattito impossibile da esaurire nel giorno dell’adunata degli alpini, ma che, con il ritorno dei conflitti, divide le nazioni in Europa. Registrare le posizioni in campo, però, offre spunti di riflessioni e delimita quanto meno il campo delle recriminazioni. E allora, l’idea di Salvini è quella di un «grande progetto di educazione civica», del quale – annuncia il vicepremier proprio da Vicenza – la Lega ha quasi terminato la stesura da proporre in Parlamento.

Leva universale, per ragazzi e ragazze per sei mesi e su base regionale

Insomma, Salvini non parla di reintrodurre la vecchia Naja, «com’era ai miei tempi, quando quello di Udine lo mandavano a Bari, e quello di Bari a Cuneo». Anzi, spiega: «Una volta uno di Palermo andava a Udine e viceversa dovendo lasciare studi e lavoro. Non sarà più cosi, si farà vicino a casa». Non solo. Quello della Lega, spiega al cospetto degli alpini a Vicenza il ministro del Carroccio, «è un progetto su base regionale, con persone che si possono dedicare al salvataggio, alla protezione civile, al pronto soccorso, alla protezione dei boschi». Pertanto, al netto di aggiustamenti e aggiunte, Salvini ieri interpellato sul tema si è augurato che «anche la altre forze politiche appoggino la proposta».

L’altolà di Crosetto: «Le forze armate hanno bisogno di professionisti»

Ma al di là dei parametri e delle innovazioni nel metodo, Crosetto, consultato a sua volta sulla questione, è intervenuto nel merito. Per il titolare del dicastero della Difesa una simile ipotesi mai comunque potrebbe riguardare le forze armate, «che non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola». «Le forze armate – ha sottolineato il ministro – hanno bisogno di professionalità. Devono difendere i valori di pace e democrazia. Una leva universale non è in discussione. Altra cosa se si parla di servizio civile» ha rimarcato sollevando una eccezione significativa il ministro della difesa Guido Crosetto, lasciando aperta la porta su un dibattito in corso, lungi dall’esaurirsi a breve…

 

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