In Iran c’è chi festeggia, fuochi d’artificio in strada e studentesse con il dito medio al presidente-boia

20 Mag 2024 17:18 - di Stefania Campitelli

In Iran, c’era da aspettarselo, non tutti piangono la morte del presidente Ebrahim Raisi nello schianto dell’elicottero che lo trasportava in una zona impervia al confine con l’Azerbaigian. C’è il lutto della Repubblica israeliana sotto choc per “l’immensa perdita”, c’è il cordoglio internazionale, l’apprensione per il dopo, ma anche le manifestazioni di gioia e i festeggiamenti dell’opposizione (soprattutto femminile) al regime di Teheran. Lo testimonia il web che sfugge alla censura.

Iran, sui social le immagini dei festeggiamenti

Nelle ultime ore sui social circolano molti video che immortalano l’esplosione di fuochi d’artificio sui cieli di alcune regioni del Paese in segno di festa dopo la notizia della morte del presidente iraniano. A Saqqez, la città dove è nata e cresciuta Mahsa Jina Amini, la studentessa uccisa dal regime per aver indossato male il velo, fuochi d’artificio verdi, gialli e rossi nella strada principale trafficata di macchine che suonano i clacson. Altri fuochi d’artificio, dietro due palazzi bianchi di Teheran. Accompagnati da una voce femminile, in sottofondo, che dice “Speriamo che la notizia della sua morte sia vera”. Durante il valzer di notizie contraddittorie sull’incidente aereo e le condizioni di Raisi, in tanti hanno sperato che fosse morto. “Celebriamo la buona notizia dell’incidente dell’elicottero di Ebrahim Raisi”, è il messaggio che accompagna in un’altra clip.

La foto delle studentesse che fanno il dito medio

Sono soprattutto le donne a sentirsi ‘liberate’ dalla morte del presidente-dittatore. In una foto che circola su Twitter – postata dal giornalista Antonello Piroso – si vede un gruppo di giovani studentesse iraniane che fanno il dito medio alla foto del presidente Raisi insieme all’ayatollah Khamenei incorniciata in classe. Nel post di Piroso si legge: “Cantami, o Diva, dell’ayatollah Raisi l’Iran funesto (Ma non tutti gli iraniani hanno preso male l’improvvisa dipartita del “#boia”, anzi: in molti hanno festeggiato, come si evince dallo scatto qui sotto).

Il Paese è spaccato e il dissenso cresce

Il Paese è spaccato, accanto alle preghiere ad Allah per il presidente, si respira un dissenso profondo che però difficilmente potrà trasformarsi in un cambiamento politico. “I festeggiamenti che ci sono stati sono un segnale, mentre chi ha pregato per Raisi è una minoranza”, ha commentato Pejman Abdolmohammadi, professore di relazioni internazionali del Medioriente all’Università di Trento. Secondo il docente di origine iraniana, però, i manifestanti anti-governativi davanti alla forza del sistema di potere “da soli hanno difficoltà. Servirebbe la volontà politica di un appoggio da parte di attori esterni come Usa e Ue, che però fino a oggi non c’è mai stata”.

 

 

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