Il Vaticano dichiara guerra ai falsi miracoli: il Papa avrà l’ultima parola. “Se si è certi, non è Dio…”

17 Mag 2024 15:02 - di Marta Lima

Nel segno di Sant’Agostino: “Se si è certi, non è Dio”. Anche il Vaticano, in nome di Dio, può dichiarare guerra, ma senza armi, senza spargimento di sangue, senza vincitori e vinti: la guerra ai falsi miracoli sarà combattuta a suon di regole, carte e avocando la materia direttamente al Papa. Si chiama “Norme del Dicastero per la Dottrina della Fede per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali”, il vademecum per miracoli, santoni e fenomeni soprannaturali che porta la firma di Papa Francesco, del Prefetto Vaticano Víctor Manuel Card. Fernández e di Mons. Armando Matteo, Segretario per la Sezione Dottrinale.

Falsi miracoli, basta spergiuri e millantatori

Il testo abroga le procedure varate da papa Paolo VI nel 1978, rese pubbliche solo nel 2011. L’intento del prefetto dell’ex Sant’Uffizio, il cardinale Victor Fernandez, è quello di scongiurare risposte della Chiesa poco ponderate, fughe in avanti e retromarce. Come nel caso, risalente al 1995, della Madonnina ‘piangente’ di Civitavecchia, un evento a cui non è mai stato dato un riconoscimento ufficiale a livello ecclesiale, per non parlare delle fantomatiche apparizioni della Madonna a Trevignano Romano, una vicenda sulla quale si è pronunciato, invece, il vescovo di Civita Castellana, Marco Salvi, parlando di ”falsità, spergiuri e testimonianze non concordanti”.

In caso di apparizioni e miracoli, spetterà al Dicastero della Dottrina della fede, ricevuto l’incartamento della diocesi locale. Sarà questo organismo della Curia romana ad approvare o meno la decisione del vescovo sul caso di specie, ma in ogni caso  l’arcivescovo Rino Fisichella, ha chiarito che la Chiesa non potrà esprimersi in maniera netta fino a quando saranno in vita i veggenti, veri o presunti.

Il Papa avrà l’ultima parola

Sei le possibili conclusioni dell’iter d’indagine: Nihil obstat (si riconoscono segni di un’azione dello Spirito, incoraggiando i vescovi a promuovere la diffusione del fenomeno); Prae oculis habeatur (segni positivi ed elementi di confusione); Curatur (si denunciano criticità, anche se si diffida dal vietare il culto); Sub mandato (l’uso improprio fatto da persone o gruppi); Prohibetur et obstruatur (si riconoscono gravi rischi e criticità); Declaratio de non supernaturalitate (il vescovo è autorizzato a dichiarare che la manifestazione non è soprannaturale, basandosi su prove concrete).

In ogni caso, solo il Pontefice potrà autorizzare “una procedura di un’eventuale dichiarazione di soprannaturalità”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *