Madonna di Trevignano, il vescovo scomunica la veggente e vieta i raduni: nulla di soprannaturale
Sul controverso caso delle apparizioni della Madonna di Trevignano e della veggente Gisella Cardio arriva lo stop del vescovo, di Civita Castellana, monsignor Marco Salvi, che a chiare lettere sentenzia: «Nessuna apparizione sovrannaturale, basta raduni». Non solo: dalla sentenza ecclesiastica pronunciata dall’Alto prelato emerge un ritratto dell’autoproclamata veggente come persona «inattendibile» e «autoreferenziale».
Madonna di Trevignano, il vescovo: «Nulla di soprannaturale»
Un verdetto netto, che dovrebbe porre la parola fine a mesi e mesi di annunci, recriminazioni, rivendicazioni e polemiche, quello che la Commissione diocesana di Civita Castellana ha emesso attraverso un decreto nel quale viene messo nero su bianco che, riguardo ai fenomeni di apparizioni e rivelazioni asseriti da Gisella Cardia (all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla) e da Gianni Cardia, “constat de non supernaturalitate”. Ossia: non c’è «nulla di soprannaturale»… Non solo. A margine il vescovo chiede alla presunta veggente di intraprendere un cammino di purificazione. E avverte «i fedeli di astenersi dall’organizzare e/o partecipare a incontri privati e/o pubblici (siano essi di preghiera e/o di catechesi) che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano».
Il decreto del vescovo sulla presunta veggente e il suo “operato”
Una “verità”, quella promulgata dalla presunta veggente, asserita a suon eventi prodigiosi e apparizioni miracolose che il documento, dunque, disconosce. «Il problema principale – scrive nel documento il vescovo – risiede nel modo in cui la presunta veggente ricava la verità che insegna. Ovvero non dall’interpretazione della Tradizione, e in particolare della Scrittura. Ma a partire da presunte ispirazioni che provengono dalle Persone divine e da Maria. I numerosi errori dottrinali vengono legittimati non da un’argomentazione teologica – spiega il Monsignore – ma dalla ispirazione immediata rivolta da Dio e da Maria alla presunta veggente, per cui sono incontestabili “ex sede”».
«Presunta veggente di Trevignano è inattendibile e autoreferenziale»
Ulteriore problema, scrive il vescovo, «è dato dalla eccessiva semplicità dei temi dei messaggi e delle esortazioni della presunta veggente, incapaci di formare realmente i fedeli perché ben lontani dalla ricchezza della Scrittura e della più ampia Tradizione ecclesiale. Si tratta di contenuti che potrebbero essere offerti da qualunque persona che abbia un minimo di dimestichezza con i temi della spiritualità cristiana. Tali contenuti si rifanno a quel profetismo popolare che accompagna la storia della Chiesa occidentale sin dal Medioevo, e che non ha nulla a che fare con la mistica popolare di cui parla Papa Francesco. Questo ha una rilevanza teologica perché li rende non indicativi del carattere soprannaturale delle presunte apparizioni in esame».
Il decreto: «Non c’è nulla della mistica popolare di cui parla il Papa»
Nel contenuto dei messaggi, infine, osserva mons. Salvi, «c’è anche un giudizio sulla Chiesa cattolica istituzionale. Essa è giudicata come appartenente in parte all’ambito della salvezza. E in parte al regno del maligno, in base alla sua corrispondenza con le ispirazioni ricevute dalla presunta veggente. Al di là delle dichiarazioni di principio, per Gisella Cardia la Chiesa è oggetto di valutazione e di giudizio, a partire dalla sua personale visione dottrinale. Peraltro influenzata da sacerdoti a lei noti, ma che espongono idee e posizioni quantomeno opinabili. Un esempio di questa autoreferenzialità della presunta veggente è li rifiuto, da lei operato, del sacerdote a lei inizialmente destinato dal Vescovo emerito, mons. Rossi, quale accompagnatore spirituale. Affermando che non era lui la persona voluta dalla Madonna. E la scelta di un’altra persona perché gradita alla Vergine. Dalle risultanze degli accertamenti peritali disposti dalla Curia, ai quali la Cardia ha accettato di sottoporsi, si può evincere l’inattendibilità della stessa».
Le indicazioni e i divieti ai sacerdoti
Motivo per cui, alla luce di quanto esplicitato, il vescovo impone «ai sacerdoti il divieto: di celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare in modo tale da connettere entrambi, in modo diretto e indiretto, con gli eventi di Trevignano Romano. Sia nei terreni di proprietà dell’Associazione “Madonna di Trevignano Ets”. Che in altri luoghi privati, pubblici ed ecclesiali». Divieto anche «di recarsi nel luogo dell’apparizione alimentando nei fedeli l’idea che vi sia un qualche riconoscimento ecclesiale». Salvi impone anche “a Gisella Cardia e a Gianni Cardia e a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti negli eventi di Trevignano, il rispetto e l’adesione alle decisioni del Vescovo diocesano, nonché la disponibilità a compiere un percorso di purificazione e discernimento che promuova e mantenga l’unità ecclesiale; chiarifico che il titolo “Madonna di Trevignano” non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile”.
Lo stop ai raduni e agli eventi
Il vescovo Salvi avverte anche «i fedeli circa l’obbligo disciplinare e spirituale derivante dal pronunciamento ecclesiale di astenersi dall’organizzare e/o partecipare ad incontri privati e/o pubblici (siano essi di preghiera e/o di catechesi) che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano o che siano atti a fare pressione sul Vescovo diocesano per modificare le proprie legittime decisioni sugli eventi stessi. Infine, ricordo a tutti che la comunione di amore con la Beata Vergine Maria, Madre del Signore e della Chiesa, viene nutrita a partire dalla Parola di Dio e dalla liturgia della Chiesa, che sono il vero e reale luogo d’incontro quotidiano con Colei che ci viene donata dalla Trinità quale segno di consolazione e di sicura speranza».