Fico operato di nuovo: è ancora grave. In Italia allerta per i comizi elettorali: il rischio dei “lupi solitari”
Il premier slovacco Robert Fico ha subìto stamattina un nuovo intervento chirurgico della durata di due ore e mezza. Lo ha reso noto il ministro della Difesa Robert Kalinak, parlando ai media davanti all’Ospedale di Banska Bistrica. La direttrice dell’ospedale, al suo fianco, ha specificato che “a seguito della visita e degli accertamenti sono stati eliminati i tessuti necrotici rimasti dopo la ferita più grave”.
Secondo Kalinak ci vorrà ancora qualche giorno per rendersi conto l’andamento della salute del primo ministro. Incontrando i giornalisti, ha nuovamente chiesto pazienza e ha ringraziato il personale medico per le cure e il pubblico per il sostegno. L’attentatore, il 71enne Juraj Chintula, è stato arrestato subito dopo l’aggressione e ora è accusato di tentato omicidio premeditato di primo grado. Rischia 25 anni dietro le sbarre o l’ergastolo. Secondo il ministro dell’Interno Matúš Šutaj Eštok e lo stesso Kalinak l’uomo è da “considerarsi un lupo solitario” che in passato ha preso parte a diverse proteste antigovernative. L’uomo comparirà domani in tribunale.
L’attentato contro il premier slovacco e gli episodi che si sono verificati stamane a Rouen e a Stoccolma inducono il Viminale ad alzare il livello di guardia. C’è massima attenzione da parte dell’intelligence e delle forze dell’ordine anche in Italia per la sicurezza dei comizi elettorali. Al momento, anche in un quadro internazionale complicato con possibili riflessi in Italia non ci sono elementi specifici di allarme. Il sistema della sicurezza, sia sul piano della prevenzione che di presidio degli obiettivi sensibili, è ai massimi livelli di allerta fin dall’aggravarsi della crisi in Medio Oriente il 7 ottobre scorso. Peraltro, proprio in relazione al caso della Slovacchia, negli apparati della sicurezza si ragiona sulla minaccia costituita dai ‘lupi solitari’, valutata anche recentemente dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica come rischio principale.
C’è chi parla di un ritorno degli anni ’70 per descrivere le tensioni che pervadono lo scenario politico contemporaneo. Non la pensa però così il filosofo Massimo Cacciari, che parlando con l’Adnkronos fornisce la sua lettura politica dei recenti avvenimenti: “Non vedo nessun parallelismo con la violenza politica degli anni ’70, che era essenzialmente determinata da un conflitto intestino politico all’interno di diversi Stati, tra forze di estrema sinistra e l’establishment. Oggi – osserva Cacciari – non vedo movimenti extraparlamentari”. Gli spari contro il primo ministro slovacco sono una tragica conseguenza del processo di “indebolimento” dell’Europa, dice il saggista. “L’Europa in quanto tale è un’entità che ha sempre meno significato politico” e all’interno dei diversi Stati europei “il mancato ancoraggio a un’idea forte di Europa crea instabilità e sommovimento politico”. Ad aggravare la situazione, secondo Cacciari, è l’assenza “di una leadership europea forte e questo produce una situazione generale di grande incertezza e instabilità”.