Caso Toti, siluro ai dem dell’ex sindaco Pd di Lodi, Uggetti: “Perché vi state sostituendo ai giudici?”

8 Mag 2024 20:32 - di Redazione
Toti Uggetti

“Usiamo gli strumenti della giustizia per fare giustizia, non per fare pubblicità”. Così l’ex sindaco di Lodi del Pd, Simone Uggetti, finito in carcere nel 2016 con l’accusa di turbativa d’asta e assolto in via definitiva dopo oltre sette anni e quattro processi, commenta con l’Adnkronos l’arresto del governatore della Liguria Giovanni Toti. Una vicenda che all’ex primo cittadino suscita “amarezza per una sorta di ripetizione di un film di dubbio gusto”, confessa. Precisa di non avere alcuna intenzione di entrare nel merito delle accuse mosse a Toti, perché “non ho gli strumenti né il titolo per farlo”. Però “da lettore attento delle questioni giudiziarie, mi lascia molto perplesso l’adozione di una misura cautelare del genere; ancorché fortunatamente addolcita dai domiciliari, su un’indagine che ha anni di svolgimento”. A non convincere Uggetti è poi il pericolo di reiterazione del reato come requisito della misura cautelare. “Qualcuno mi dica se con un avviso di garanzia, durante una campagna elettorale, è solo ipotizzabile una reiterazione del reato”, osserva.

L’ex sindaco di Lodi del Pd, Uggetti: assolto dopo sette anni e 4 processi

Non si sottrae, l’ex sindaco di Lodi, tutt’ora iscritto al Pd, dal commentare anche le reazioni politiche all’arresto del governatore di centrodestra. Invita tutti a seguire l’inchiesta ligure “con la serenità che si deve a questioni delicate. E non con il desiderio di azzannare un avversario politico, perché la politica si fa sulle idee; sulle proposte e sulla capacità di risolvere problemi, non sulle fortune o sulle disgrazie altrui. Se ti dichiari garantista, lo devi essere a maggiore con un avversario politico”. Il messaggio non tanto velato è rivolto alla segretaria dem Elly Schlein, che ha chiesto le dimissioni di Toti.  “Ma anche ad Andrea Orlando e Debora Serracchiani”, precisa. Giudizi espressi quando ancora ci sono “notizie frammentarie e in un contesto univoco. E’ chiaro che si scorgono elementi torbidi, però magari visti a una distanza hanno un’intensità e una gravità; visti a un’altra ne hanno una differente. Perché dobbiamo metterci subito a fare i sostituti dei giudici?“, si chiede Uggetti, invitando a “non fare le corse su questi temi. Penso che paghi di più la serietà e l’atteggiamento nel medio periodo”.

“Se non si chiedono le dimissioni ad Emiliano, non si devono chiederle a Toti”

E come “a maggior ragione” non si chiedono le dimissioni di Michele Emiliano, così non si deve chiederle di Toti. “Ci dev’essere unanimità di comportamento, in un verso e nell’altro. Non ci può essere un’accentuazione a seconda della distanza politica e della convenienza politica”, ammonisce l’ex sindaco di Lodi. “Se io avessi una responsabilità politica – aggiunge – direi: ‘Toti sa quello che è successo, Toti valuti le dimissioni'”. Attenzione però “essere garantisti – conclude Uggetti – non vuol dire non essere severi nel giudizio politico. Questo è un Paese ad alto tasso di corruzione e quindi è bene che sia alta la guardia. Però la guardia deve mirare alla giustizia e non alla spettacolarizzazione della giustizia”.

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