Carceri, nasce il Gio: reparto speciale per fronteggiare le rivolte. Delmastro: “Potenziamo la sicurezza”

30 Mag 2024 13:54 - di Gabriele Alberti
Carceri Delmastro

Un reparto di rapida reazione operativa, specializzato nella protezione e tutela della sicurezza delle strutture penitenziarie e delle persone in caso di rivolta in carcere: è il Gruppo di intervento operativo (Gio) della Polizia Penitenziaria: debitamente equipaggiato e in grado di intervenire entro un’ora dalla richiesta. Nasce il nuovo Gio, gruppo specializzato presentato nel corso di una conferenza stampa al ministero della Giustizia da Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario di Stato alla Giustizia con delega alla polizia penitenziaria. Presenti  Giovanni Russo, capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria; Lina Di Domenico, vicecapo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria; e Linda De Maio, primo dirigente di polizia penitenziaria, direttore del Gio. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha portato il suo saluto a inizio dell’incontro.

Carceri, Delmastro: “Il Reparto interverrà entro un’ora dalla richiesta”

Delmastro ha espresso tutta la sua soddisfazione per la formalizzazione dell’istituzione del Gruppo intervento operativo. “Corona un percorso di cui sono orgoglioso, di rafforzamento della polizia penitenziaria e della sicurezza nei nostri istituti”. Lo ha detto ricordando il lavoro che ha portato “in un anno e mezzo all’assunzione di oltre 7mila allievi agenti”; alla dotazione di “scudi e caschi antisommossa, giubbotti antiproiettile e body cam”; al “corpo medico di polizia penitenziaria e un nuovo modello di unità cinofile per intercettare eventuali tentativi di far entrare stupefacenti o cellulari o sostanze vietate negli istituti”.

Carceri, Delmastro: “Prevista la figura di un negoziatore dotato di body cam”

Il sottosegretario ha spiegato gli obiettivi cruciali a cui il Gio sarà chiamato a dare risposta: è un “gruppo altamente specializzato di polizia penitenziaria” per fronteggiate criticità “non altrimenti fronteggiabili” in quel momento dalle forze interne a un certo istituto. “Il Gio garantirà un intervento entro un’ora dalla richiesta”, ha sottolineato Delmastro; e sarà “debitamente equipaggiato e altamente specializzato. Tra le figure ci sarà quella del negoziatore e sarà dotato obbligatoriamente di body cam per tracciare l’operato corretto della penitenziaria”.

Bando interno entro luglio

Il Gio avrà una sede centrale al Dap e gruppi di interventi regionali nelle articolazioni locali e provveditorato: entro luglio avrà luogo un bando interno per la selezione delle risorse che ne faranno parte. Quanto ai numeri del Gruppo sono previsti inizialmente 150-200 elementi, ma a pieno organico si punta a 270 unità e 24 a gruppo regionale. Delmastro ha sottolineato l’importanza del Gio anche alla luce di quanto avvenuto nei penitenziari italiani “nel marzo 2020”: quando ci furono “7517 rivoltosi nelle carceri, con danni per 30 mln, evasioni di massa, agenti sequestrati, morti e feriti”. Il Gio si ispira al modello dell”Eris’ francese: “In Francia da quando l’Eris esiste – ha riferito il sottosegretario – le criticità negli istituti sono diminuite del 90 per cento”.

Il Gio caratterizzato da capacità di persuasione e deterrenza

Il capo del Dap Russo ha specificato che “non abbiamo solo preso il modello francese ma abbiamo anche cercato di migliorarlo. Il nostro modello è più partecipato e diffuso sul territorio”. Russo ha ricordato che da un lato si interviene sull’”individuazione di regole di ingaggio. Che mettono nero su bianco a tutti gli attori dell’intervento e ai detenuti quali sono i diritti e doveri reciproci”. E dall’altro con un “reparto super specializzato” la cui caratteristica non sarà la “forza ma la capacità di persuasione e deterrenza”. “L’intento – ha sottolineato Russo – non è una prova di forza ma rendere i penitenziari luoghi in cui la pena è espiata nell’ordine e nella sicurezza”.

Il Gruppo sarà formato attraverso il supporto dell’Eris francese, nel solco del trattato di cooperazione con la Francia e nell’ottica di uno scambio di buone pratiche. Ma anche attraverso il supporto di agenzie delle Nazioni unite soprattutto sugli aspetti legali alla legalità e ai diritti umani. E poi dalle risorse interne per quanto riguarda aspetti tecnici, operativi e di negoziazione. Lina Di Domenico, vicecapo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha spiegato il funzionamento del futuro Gio. Che sarà attivato su richiesta del direttore del carcere che valuterà di non poter fronteggiare la situazione con risorse proprie.

“Riportare i momenti di tensione nell’ordine e nel dialogo”

Nel momento in cui il Gio entrerà in azione, passerà in capo al Gruppo la direzione e responsabilità dell’intervento. “Siamo obbligati alla custodia ma anche alla cura della persona – ha spiegato Di Domenico -:quindi va tutelata la vita di chiunque ha accesso all’istituto”. Linda De Maio, primo dirigente di polizia penitenziaria e direttore del Gio ha spiegato che “il valore deterrente è fondamentale. Perché consente di riportare momenti di tensione nell’ordine e nel dialogo. E’ importante si fornisca la formazione continua: è la chiave per mantenere altissima la professionalità e ridurre al minimo gli eventi non altrimenti fronteggiabili”.

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