Sfida all’IA, Butti: vogliamo dotare il Paese di una politica industriale in materia di intelligenza artificiale

27 Apr 2024 18:20 - di Redazione
IA

Il panel di Pescara sull’Intelligenza artificiale, intitolato La sfida dell’intelligenza artificiale. Opportunità e responsabilità da condividere, si apre – e non a caso – con un video realizzato con il deep fake in cui la protagonista, lei stessa frutto dell’IA, dopo aver elencato i benefici di uno strumento al centro di un dibattito e di un argomento fondamentale per il nostro futuro, evidenzia benefici e rischi di una realtà ormai imprescindibile, e di cui la speaker sollecita attenzione e interventi per un utilizzo sapiente. Specie riguardo la tecnica del deep fake, in un messaggio che, dal palco virtuale, coinvolge i relatori presenti al dibattito pescarese, invita le istituzioni a «prevedere norme apposite sull’utilizzo di questi strumenti, cosicché non se ne possa mai più fare un utilizzo illecito senza incorrere in gravi conseguenze.

A Pescara riflettori sull’IA

Non solo. Proseguendo nell’introduzione virtuale, sul tema del lavoro – e citando proprio le parole del presidente del consiglio Giorgia Meloni – l’ospite virtuale che introduce al dibattito sottolinea che «nessuna macchina potrà mai sostituire l’intelletto umano, ciò che da sempre ha reso l’uomo insostituibile. L’IA è un potente strumento rivoluzionario che, se posto all’interno di un perimetro di regole etiche, potrà risultare molto utile alla mano umana».

IA, il panel di Pescara

E allora, sugli innumerevoli benefici possibili, ma anche sui rischi connessi a un utilizzo illecito di uno strumento dall’enorme potenziale come quello dell’IA, sono intervenuti, introdotti da Salvatore Deidda (Deputato Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni), Alessio Butti (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’Innovazione). Paolo Benanti (Consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia e Presidente della Commissione AI per l’informazione). Gianfranco Basti (Professore ordinario di filosofia della natura e della scienza presso la Pontificia Università Lateranense). Roberto Cingolani (Amministratore Delegato Leonardo). Vincenzo Esposito (Amministratore Delegato Microsoft Italia). Francesca Rossi (IBM AI Ethics Global Leader). Valeria Sandei (Amministratore Delegato di Almawave). Francesca Giubelli (influencer virtuale). E Tommaso Cerno (Direttore responsabile de Il Tempo) in veste di moderatore.

La tecnologia sotto la lente delle opportunità e i coni d’ombra dei rischi

Una sfida, quella dell’intelligenza artificiale, che va affrontata e compiuta a 360 gradi, nelle sue opportunità e eccezionali peculiarità hanno ribadito in modi e con argomentazioni diverse i relatori. Concordi – tra eccezioni, rilievi e angolazioni diverse – su una chiave, quella della tecnologia e dell’IA, che potrà aprire molte porte su molte prospettive future, ma con l’uomo protagonista al centro della scena. E non subordinato alla scienza informatica e ai suoi potenti mezzi. E allora, declinando il discorso alla nostra realtà imprenditoriale, e all’attualità normativa a riguardo, Alessio Butti, al panel dedicato all’IA in occasione della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia “L’Italia cambia l’Europa”, a Pescara, partendo dal sottolineare che «non abbiamo una politica industriale in materia di intelligenza artificiale», ha puntualizzato: «Noi vorremmo dotare il Paese di questa politica».

Butti: «Il nostro è il primo governo a livello europeo che legifera in maniera importante subito dopo l’IA act»

E ancora. «Con il disegno di legge sull’intelligenza artificiale – ha proseguito il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l’Innovazione, Alessio Butti – quello italiano è il primo governo a livello europeo che legifera in maniera importante subito dopo l’IA act. Siamo un punto di riferimento a livello internazionale», ha poi aggiunto a stretto giro. Concludendo infine: «Noi abbiamo bisogno che i capitali stranieri tornino con fiducia a investire in Italia. Dando certezza con questa norma, abbiamo dimostrato di poter essere attrattivi anche nei confronti delle imprese straniere».

 

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