Sapienza, i collettivi minacciano: “In programma nuove lotte”. Meloni: “Questo è delinquere, non manifestare”

17 Apr 2024 8:19 - di Gabriele Alberti
Sapienza Meloni

“Piena condanna per le violenze avvenute da parte dei collettivi a Roma. Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere. La mia solidarietà al dirigente della Polizia aggredito, a tutte le Forze dell’ordine e ai docenti”. Con queste le parole, in un post su X, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato le immagini degli scontri avvenuti alla Sapienza di Roma. I soliti collettivi hanno messo a ferro e fuoco la Sapienza, tentando di assaltare il rettorato ed assaltando poi il commissariato di Polizia: feriti tra gli agenti e arresto. Il tutto perché l’Università- riunito il Senato accademico- ha detto no al boicottaggio degli accordi con le università israeliane. “Violenze vergognose” aveva dichiarato la ministra dell’Università Bernini. Fratelli d’Italia aveva stigmatizzato lo scempio di iniziative ispirate dall’odio e dalla violenza ed  estranee al libero confronto democratico che nelle università dovrebbero trovare il luogo ideale.

Sapienza: i collettivi rossi minacciano altre lotte

Ma non è finita qui. I collettivi in una nota degli studenti del Fronte della Gioventù Comunista rilanciano. Pretendevano il recesso degli accordi con gli atenei israeliani. Non l’hanno ottenuto, il senato accademico non ha accondisceso al diktat e ora pretendono le dimissioni della rettrice Polimeni, accusata di “conoscere soltanto il manganello come metodo di gestione del dialogo con gli studenti”. “Se pensano di intimorirci si sbagliano- è la minaccia- . Siamo pronti sin da subito a rilanciare le mobilitazioni e ci riuniremo in assemblea con gli studenti già da domani alle ore 13:00 nel cortile di Scienze Politiche per programmare nuove iniziative di lotta. Ora vogliamo le dimissioni della rettrice perché riteniamo che con le sue azioni si stia rendendo complice non soltanto del genocidio in Palestina, ma anche della violenza perpetrata dalla polizia contro quelli che dovrebbero essere i suoi studenti”.

La condanna di Meloni: “Questo è delinquere, non manifestare”

Ciò che sta accadendo alla Sapienza è la raffigurazione plastica di quale sia l’attuale situazione negli atenei italiani: dove piccoli gruppi di studenti stanno cercando di prendere il potere decisionale. Il capogruppo di FdI alla Camera Foti e il vicepresidente della Camera Rampelli hanno fatto appello affinché gli studenti liberi si ribellino ai diktat di pochi che non rappresentano tutto il corpo universitario.  Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a quanto si apprende, ha sentito telefonicamente il capo della polizia, Vittorio Pisani, per chiedere informazioni sullo stato di salute degli operatori di polizia feriti negli incidenti all’Università La Sapienza. Il ministro ha poi espresso vicinanza a loro e tutti gli agenti che oggi sono stati vittime di insulti e aggressioni. Ma oggi si preannuncia un’altra giornata campale.

Collettivi sul piede di guerra tra sit-in e presidi

Gli studenti hanno quindi annunciato, dalle 9, un presidio a Piazzale Clodio “in solidarietà con gli arrestati”. Alle 13 è poi prevista una conferenza stampa davanti al Rettorato dell’ateneo e, nella stessa giornata, un presidio alle 18 a Regina Coeli per la giornata del prigioniero palestinese. I collettivi, inoltre, hanno dato appuntamento anche per giovedì alle 18, quando ci sarà un’assemblea sul pratone della Sapienza. Hanno anche invitato la rettrice Antonella Polimeni “a confrontarsi con gli studenti in mobilitazione” e hanno esteso l’invito “a tutta la comunità accademica e a tutto il Senato”.

 

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