La Sapienza non cede ai diktat anti-Israele e i collettivi assaltano il commissariato: agenti presi a calci e pugni
Scontri all’Università la Sapienza di Roma. Ancora proteste dei collettivi contro Israele e la Nato con tre studenti fermati dalla polizia. Momenti di grande tensione si sono verificati, dovuti alla decisione del Senato accademico di negare il boicottaggio contro Israele. Dopodiché collettivi e studenti antagonisti hanno fatto partire la protesta prendendo di mira la rettrice Antonella Polimeni. Al grido di ‘Fuori la guerra dall’università’ gli studenti si sono riuniti al pratone de La Sapienza e hanno iniziato a camminare in corteo per i viali dell’ateneo sotto lo sguardo attento della polizia. Espongono bandiere e cattelloni. In uno si vede la Meloni e Netanyahu che si stringono le mani insanguinate. “In tutta Italia gli studenti si stanno mobilitando, c’è una comunità che non vuole sporcarsi le mani di sangue. La rettrice ed il Senato accademico devono dimostrare che vanno tagliati i ponti con la guerra, solo così si possono costruire ponti per la pace”, dice all’Ansa Filippo Girardi di Cambiare Rotta.
Collettivi mettono a ferro e fuoco la Sapienza dopo il no al boicottaggio contro Israele
Il no dell’Ateneo romano al boicottaggio contro Israele ha scatenato i collettivi. Erano circa 300 gli studenti pro-Palestina che hanno manifestato all’interno della Sapienza di Roma, provando ad assaltare prima il rettorato, poi il commissariato. I primi momenti di tensione quando alcuni di loro hanno tentato di fare irruzione all’interno del Rettorato: qui erano riuniti in seduta congiunta Senato accademico e cda dell’ateneo per l’approvazione di un documento che rifiuta “il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale”. L’irruzione è stata contenuta e respinta dalla polizia. A quel punto i manifestanti hanno dato vita a un corteo spontaneo all’interno della città universitaria, durante il quale uno degli studenti è saltato su una volante, danneggiandola. Lo studente è stato così fermato dagli agenti e portato in commissariato.
Dirigente Ps preso a calci e pugni
Il nutrito gruppo di manifestanti ha quindi assaltato i locali del commissariato presso l’università. Durante il tentativo di irruzione uno di loro ha aggredito il dirigente di polizia a calci e pugni, procurandogli ferite. Anche questo manifestante è stato bloccato e trattenuto dalla polizia. Scene di ordinaria follia. I manifestanti, convinti che i due fermati fossero all’interno del commissariato dell’università, hanno tentato più volte di fare irruzione. Successivamente invece hanno raggiunto il vicino commissariato San Lorenzo, dove tuttora stazionano. Durante gli scontri i manifestanti hanno pesantemente danneggiato due auto della vigilanza in servizio alla Sapienza.
Bernini: “Fatti vergognosi”
”La mia vicinanza alla Rettrice, Antonella Polimeni. Quello che sta accadendo all’Università La Sapienza è vergognoso. La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione”. Così su X la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. ”La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contesto internazionale. La ricerca non si boicotta”.
Foti: “Gli studenti liberi prendano le distanze”
“Gli studenti liberi e tutte le forze politiche prendano le distanze dai soliti violenti che pensano di poter imporre le loro logiche violente nelle università. Ancora una volta ci troviamo di fronte a episodi inqualificabili da parte di chi pretende di interrompere e magari condizionare gli organi universitari quali il Senato Accademico che la Sapienza di Roma è stata costretta a blindare per il tranquillo svolgimento dei suoi lavori. Rispediamo al mittente i diktat di chi pensa di calpestare la dialettica democratica nelle istituzioni accademiche, esprimiamo solidarietà agli agenti destinatari delle violenze e ci auguriamo che i leader delle opposizioni almeno stavolta non solidarizzino con i violenti”. Sono le parole di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Rampelli: “Università usata come strumento di reclutamento ideologico”
Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli ha stigmatizzato come “quanto è accaduto per mano di sedicenti iscritti che usano l’università come strumento di reclutamento ideologico è lontano anni luce dal desiderio di pace in Medio Oriente. L’uso della violenza e dell’intimidazione è figlio di quell’odio che ha dato i suoi frutti avvelenati il 7 ottobre. Studenti, professori e ricercatori che chiedono la sospensione degli accordi sulla ricerca tra le università italiane e quelle israeliane pretendono di decidere per conto del Governo e dell’autonomia dei singoli atenei generando uno stato di anarchia e di disordine culminando con il ferimento delle Forze di Polizia e con le minacce alla rettrice Polimeni. A entrambi la mia solidarietà e il mio sostegno. Non si può fermare la guerra facendo la guerra”.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sentito personalmente il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, per sincerarsi delle condizioni di salute degli operatori delle forze di polizia aggrediti durante gli scontri avvenuti nel pomeriggio alla Sapienza, esprimendo loro la propria vicinanza e solidarietà. Intanto, è stato arrestato il manifestante che ha aggredito il dirigente della polizia di Stato in un tentativo di assalto al Commissariato Università durante gli scontri.