Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza: le beneficiarie sono quasi 3mila

9 Apr 2024 14:34 - di Gigliola Bardi
reddito di libertà

Primo bilancio per il Reddito di Libertà, che offre un supporto economico alle donne vittime di violenza: quasi in tremila hanno beneficiato dei 400 euro mensili messi a disposizione per un anno per dare loro l’opportunità di emanciparsi e costruire una nuova vita. Il report è stato presentato dal Sole 24ore, che entra anche nel dettaglio della distribuzione su base territoriale: la regione con il maggior numero di beneficiarie è la Lombardia (469), seguita dalla Campania (285) e dal Lazio (280).

Il Reddito di Libertà a quasi 3mila donne

Nello specifico le donne sostenute dal sussidio sono 2.772. Si tratta di vittime in condizione di povertà che si sono rivolte a un centro antiviolenza, che possa attestare il percorso di autonomia intrapreso da allegare alla domanda, insieme a una dichiarazione dei servizi sociali comunali sullo stato di bisogno.

Gli sgravi per le aziende che assumono le vittime di violenza

La misura, introdotta nel 2020, è stata stabilizzata e finanziata a regime nella legge di Bilancio 2024, che ha introdotto anche un altro importante strumento di sostegno: lo sgravio contributivo totale per i datori di lavoro che, da quest’anno al 2026, assumo donne vittime di violenza, con modulazioni diverse a seconda del tipo di contratto.

Patriarca: “Da governo e maggioranza un modello di intervento integrato”

Si tratta di interventi, ha commentato la deputata di Forza Italia, Annarita Patriarca, componente della commissione d’inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere, che “rappresentano un primo passo cruciale nella difesa delle donne, liberandole dal ricatto materiale del mantenimento e offrendo loro strumenti concreti per una nuova vita”. “Il governo e la maggioranza hanno dimostrato, tramite l’adozione e il finanziamento concreto di queste misure, un forte impegno nell’affrontare il tema della violenza di genere, sottolineando l’importanza di un’azione sinergica tra supporto economico, protezione sociale e opportunità lavorative. Queste politiche – ha concluso l’esponente azzurra – non solo mirano a interrompere il ciclo della violenza, sia fisica che psicologica, ma si propongono anche come modello di intervento integrato e sostenibile per il futuro”.

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