Medio Oriente, Tajani: governo impegnato per la pace. Pronti anche a inviare truppe se nascesse lo stato palestinese

16 Apr 2024 15:46 - di Redazione
Tajani

In piena crisi mediorientale, nelle ore in cui si paventa, tra annunci e smentite, una risposta israeliana all’attacco iraniano, il ministro degli Esteri Tajani ribadisce la linea da perseguire: quella della non escalation e del perseguimento della pace. «Il governo italiano è fortemente impegnato su questa direzione. Siamo amici di Israele ma vogliamo lavorare per la pace, compreso l’invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese».

Israele-Iran, Tajani: «Il governo è fortemente impegnato per la pace»

E, ancora una volta, il titolare della Farnesina ribadisce: «In Medio Oriente noi siamo per due popoli, due Stati. L’Italia in quanto a guida del G7 ce la metterà tutta. Qualora ci dovesse essere la necessità di una presenza Onu a guida araba siamo pronti a partecipare a garanzia di pace e stabilità». Parole, quelle del ministro, che arrivano a ridosso dell’incontro di questa mattina alla Farnesina, tra il vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, e i rappresentanti della Lega degli Stati Arabi e dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica. Un incontro fissato in agenda per discutere dei recenti sviluppi della crisi mediorientale.

«L’Italia in quanto a guida del G7 ce la metterà tutta»

Un’agenda, quella del titolare della Farnesina che vede al centro dell’intervento del Vice Presidente Tajani, la volontà di dialogo e stabilità nella regione mediorientale promossa dal Governo italiano. La crisi umanitaria a Gaza. E, a fronte del recente attacco con droni e missili sferrato dall’Iran a Israele, la condanna di qualsiasi forma di rappresaglia e aggressione che possa sfociare in una drammatica escalation nella regione mediorientale, a detrimento degli interessi politici, economici e commerciali di tutti i Paesi coinvolti.

L’incontro alla Farnesina con gli ambasciatori islamici

«Ho avuto una riunione con ambasciatori islamici e ribadito la nostra posizione al G7 dove è invitata anche la Mauritania – ha spiegato il nostro ministro degli Esteri –. Ascolteremo anche l’opinione di questo Paese, dove da domani sarà operativa la nostra ambasciata». Il Ministro Tajani ha quindi sottolineato l’importanza del dialogo e della cooperazione, per favorire il raggiungimento della pace e della stabilità dell’intera regione. Il contesto è incandescente e nello scenario attuale – spiega Tajani menzionando anche la sua telefonata del 12 aprile con il Ministro degli Esteri iraniano Amir Abdollahian – un attacco desta massima preoccupazione in un quadro di forte escalation, in cui ogni ulteriore atto ostile potrebbe scatenare un più ampio conflitto suscettibile di coinvolgere l’intera regione».

Tajani rilancia l’impegno italiano su iniziative umanitarie

In questo quadro di estrema fragilità, ha proseguito Tajani sottolineando l’importanza del dialogo e della cooperazione, «l’Italia sta realizzando ogni sforzo per richiamare tutti gli attori della regione alla moderazione, anche in qualità di Presidenza del G7». E dunque, nel richiamare l’urgenza di rafforzare l’assistenza alla popolazione civile nella Striscia, il Ministro Tajani ha ricordato il suo personale impegno e quello del Governo per l’iniziativa umanitariaFood for Gaza“, lanciata insieme a FAO, Programma Alimentare Mondiale, Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per agevolare l’accesso degli aiuti a Gaza.

«Dialogo e diplomazia per privilegiare umanità e cooperazione rispetto alla discordia prolungata»

«Di fronte all’acuirsi delle tensioni, la promozione del dialogo e della diplomazia rimane la chiave di volta per facilitare soluzioni che privilegiano l’umanità e la cooperazione rispetto alla discordia prolungata», ha dichiarato il Vice Presidente Tajani, ribadendo come non vi possa essere soluzione alla crisi a Gaza senza il pieno coinvolgimento di tutti gli attori regionali e l’accettazione del principio di due popoli e due Stati, che coesistano nel mutuo riconoscimento e nel rispetto reciproco».

Tajani sul rischio terrorismo nel nostro Paese

Infine, per quanto riguarda la preoccupazione per atti di terrorismo nel nostro Paese «non ci sono minacce», ha confermato il ministro. Tuttavia, precisa, «l’unico rischio che potrebbe esserci è di qualche lupo solitario per un effetto di emulazione».  Ma anche a tal proposito tajani ha rassicurato sul fatto che «tutte le sedi sensibili dall’8 ottobre sono protette e controllate». E che «il ministro Piantedosi sta facendo un lavoro straordinario, insieme alle forze dell’ordine e dell’intelligence», ricordando anche il recente arresto di tre persone all’Aquila che potevano rappresentare una concreta minaccia terroristica. Tanto che il ministro degli Esteri sul punto ha concluso: «L’attività di prevenzione ha già dato risultati positivi».

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