Liorni manda in tilt la sinistra: definisce l’Oro alla Patria del ’35 un “gesto patriottico”. Le polemiche (video)

22 Apr 2024 20:14 - di Alberto Consoli

In questo strano Paese, dove non si può fare più neanche una domanda di storia in un quiz, capita che anche Marco Liorni sia sotto tiro per una domanda sull‘Oro alla Patria del 1935 formulata durante all’Eredità su Rai1. Nella  puntata andata in onda domenica 21 aprile Liorni pone una domanda precisa a una concorrente. Qual è l’anno in cui “i coniugi italiani consegnano alla Patria le fedi nuziali, in cambio di anelli senza valore?”. Le opzioni sul campo sono quattro, come sempre: 1935, 1960, 1982 e 1999. La concorrente ovviamente risponde in modo corretto: “1935”. Chi segue il programma sa che dopo ogni domanda il conduttore dà una piccola spiegazione per contestualizzare il quesito alla vasta platea. Non tutti sono tenuti ad essere ferrati in storia e in storia del fascismo in particolare.

Liorni spiega la risposta affermando: “gesto patriottico”. E la sinistra se lo mangia

E Liorni commenta e spiega la risposta (video) spiegando cosa accadde in quel periodo nel nostro Paese: “Era il ’35 esatto. Pensate, tantissime famiglie hanno compiuto questo gesto veramente patriottico, quello di donare la fede matrimoniale alla Patria con una ricevuta e un anello senza nessun valore”. La “Giornata della fede” fu proclamata il 18 dicembre del 1935 per sostenere i costi della guerra di Mussolini in Etiopia e rispondere alle conseguenti sanzioni delle Società delle Nazioni. Ma sui social è scoppiata la bufera. I sinistrati se la sono presa con il conduttore che pure è una persona sobria e corretta. Liorni avrebbe elogiato (Stampa) e addirittura “esaltato” (secondo Repubblica) quella pagina di storia perché ha usato una frase che non piace a chi vorrebbe scegliere pure le parole da pronunciare. Quella frase “gesto patriottico” non è  andata giù. In realtà – a prescindere dal giudizio storico- chi si privò della propria fede nuziale fece un gesto in favore della Patria.

Liorni all’Eredità fa una domanda di storia e la sinistra dà di matto

Liorni ha spiegato il contesto ma “Repubblica” parla di “esaltazione” del “gesto patriottico”. Sui social si parla di  “inchino” da parte di Liorni. Sarà che il caso Scurati ha dato fiato alle trombe della sinistra, ma qui stiamo veramente andando in tilt.  Sui social lo si fa notare: “Liorni è una brava persona e a livello televisivo iper-democristiano. Figurati se intendeva lanciarsi in un ricordo nostalgico del ventennio”. Altri fanno notare che ha semplicemente letto una domanda di storia, come altre volte accaduto. Una domanda scritta dagli autori del programma. Si vuole arrivare a dire che all’eredità c’è un covo di cripto-fascisti? Un applauso all’utente che scrive: “Che palle però. Francamente se anche Liorni viene trasformato in un fascista, penso che a Repubblica dobbiate più pensare al 70% di crollo di vendite”. E un altro: “Condivido il tuo pensiero: giù le mani da Liorni, da sempre emblema di garbo, pacatezza , lontano mille miglia dai toni accesi della politica caciarona”.Un utente in risposta al post su X di Ezio Mauro dà un suggerimento: “Consiglierei a voi giornalisti di Repubblica tanto riposo e tanta buona camomilla”. “Fate ridere i polli – scrive un altro utente-.

La replica di Liorni, una lezione ai giornaloni

Una tragicommedia sulla quale il diretto interessato ha voluto intervenire. Il sito di notizie tv davidemaggio.it riporta le parole di Liorni: “Ciao a tutti. Allora nella puntata andata in onda ieri dell’Eredità, c’era una domanda che si riferiva alla giornata della fede del 1935. E, quando l’abbiamo registrata, quando mi è apparsa questa domanda sullo schermo, era una domanda che mi dava delle emozioni perché tante volte in famiglia se n’é parlato. I miei nonni, in particolare, me ne hanno parlato: mio padre più volte anche perché mio padre era nato proprio in quei giorni quindi a sua volta riferiva delle cose raccontate da mia nonna. E’ stata una giornata di grande sofferenza togliersi la fede d’oro per mettere una di ferro, in quell’Italia lì. Era un gesto sofferto ma era anche un gesto di patriottismo. Questo è quello che mi hanno raccontato, questo è quello che dice la storia cioè vista con lo spirito dei tempi, non con gli occhi di oggi. Quindi, in quell’Italia lì, in quel momento lì, in quella giornata, donare l’oro alla patria si faceva proprio con spirito patriottico. Poi ci sono state anche storie di persone che l’hanno fatto e non avrebbero voluto farlo, però lo spirito di quella giornata era quello, uno spirito patriottico”. Una grade lezione alla sinistra.

Un’altra frecciata: “Allora volevo dire a chi magari possa aver pensato che stavo elogiando il Fascismo attraverso questa cosa e anche ai picchiatori del web, picchiatori attraverso la tastiera, che io sono un antifascista. Quindi non potrei mai fare un elogio del Fascismo, non mi verrebbe proprio. Vi stavo raccontando quello con l’ottica di quei tempi, le emozioni che c’erano in quel giorno”.

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *