Israele, la Cnn: “Hamas non trova i 40 ostaggi per la tregua”. Uccisi tre figli del leader Haniyeh

10 Apr 2024 18:40 - di Luciana Delli Colli
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Hamas ha dichiarato di non essere al momento in grado di identificare e rintracciare i 40 ostaggi israeliani necessari per la prima fase dell’accordo del cessate il fuoco. Lo riporta la Cnn citando due fonti, una delle quali israeliana, che sollevano i timori che il numero degli ostaggi morti sia superiore a quello finora noto. La notizia è trapelata nel giorno in cui tre figli del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sono stati uccisi in un raid israeliano sul campo profughi di Shati, a Gaza City. Secondo quanto riferito da al-Jazeera, nel raid che è stato realizzato nel giorno della fine del Ramadan, oltre ai tre figli, Hazem, Amir e Mohammed, sarebbero morti anche almeno quattro nipoti di Haniyeh.

Il nodo dei 40 ostaggi per lo scambio

Il rilascio di 40 ostaggi da parte di Hamas è previsto nella proposta degli Stati Uniti, presentata dal direttore della Cia, William Burns, ai funzionari di Israele, Hamas, Qatar ed Egitto al Cairo, che però, secondo quanto riferito dal Wall street journal, è stata respinta da Hamas. La proposta prevedeva un cessate il fuoco di sei settimane a Gaza. Durante questa pausa nei combattimenti, Hamas avrebbe dovuto rilasciare 40 ostaggi, tra i quali donne, uomini anziani e malati, in cambio di 900 prigionieri palestinesi che si trovano nelle carceri israeliane, tra cui 100 che scontano lunghe condanne per accuse legate al terrorismo.

La proposta dei mediatori, cosa chiede Hamas, cosa chiede Israele

Hamas chiede un cessate il fuoco permanente e il ritiro totale dei soldati israeliani da Gaza in cambio del rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia. Israele ha espresso disponibilità a negoziare la proposta americana per una tregua temporanea, ma vuole avere la possibilità di continuare la sua campagna militare. In questo contesto si inserisce l’indiscrezione della Cnn sull’impossibilità di Hamas di rintracciare i 40 ostaggi. Secondo una delle due fonti dell’emittente, l’incapacità, o la non volontà, di Hamas di dire ad Israele quali ostaggi sarebbero rilasciati, vivi, è il principale ostacolo alla realizzazione dell’accordo. Durante questi mesi di negoziati dall’ultimo cessate il fuoco, Israele ha ripetutamente chiesto una lista degli ostaggi e notizie sulle loro condizioni.

Hamas prende tempo o davvero non riesce a rintracciare gli ostaggi?

Hamas da parte sua ha sostenuto di aver bisogno di una sospensione dei combattimenti per essere in grado di rintracciare e riunione gli ostaggi, lo stesso argomento usato a novembre quando entrò in vigore la prima tregua durata una settimana. Si pensa che la maggioranza dei quasi 100 ostaggi che si ritengono ancora in vita siano militari dell’Idf o giovani uomini. Hamas intende tentare di usare questo gruppo in una fase successiva dei negoziati per cercare di negoziare più concessioni, compreso il rilascio di prigionieri palestinesi più importanti e la cessazione completa del conflitto.

Tel Aviv insiste: “Entreremo a Rafah”

Intanto da Tel Aviv anche il leader dell’opposizione e ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, in una dichiarazione da Sderot, ha ribadito che “entreremo a Rafah”, aggiungendo che “torneremo a Khan Yunis: le nostre capacità superano quelle di tutti i nostri nemici in Medio Oriente”. “Le minacce dell’occupazione di invadere Rafah non spaventano il nostro popolo né la nostra resistenza”, ha dichiarato ad al-Jazeera il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, dopo l’uccisione dei suoi tre figli nel giorno dell’Eid al-Fitr. “Ciò che il nemico non è riuscito a ottenere attraverso l’uccisione, la distruzione e l’annientamento, non lo avrà nemmeno nei negoziati”, ha aggiunto.

L’uccisione dei figli del capo politico di Hamas

“L’uccisione dei miei figli non cambia la richiesta di cessate il fuoco da parte di Hamas. Non scenderemo a compromessi e non ci arrenderemo, non importa quanto grandi debbano essere i nostri sacrifici. Non ci sottometteremo al ricatto praticato dall’occupazione perché i popoli che si arrendono non saranno risparmiati”, ha proseguito Haniyeh, che ha commentato così la morte dei figli e dei nipoti: “Ringrazio Dio per questo onore che mi ha concesso con il martirio dei miei tre figli e di alcuni nipoti. Con questo dolore e sangue creiamo speranze, un futuro e libertà per il nostro popolo, la nostra causa e la nostra nazione”.

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