Giallo di Aosta, fermato in Francia il fidanzato della ragazza uccisa nella chiesa diroccata

11 Apr 2024 8:15 - di Giovanni Pasero
aosta

Si chiama Teima Sohaib ha 21 anni è nato in Italia e di origine egiziana il sospettato dell’omicidio di una 22enne francese in Valle d’Aosta. La notizia è stata data dal procuratore di Grenoble. Il 21enne doveva essere processato nelle prossime settimane per atti di violenza avvenuti nei mesi scorsi ai danni della ragazza trovata morta nella chiesetta diroccata in mezzo ai boschi. Era ricercato nel sud della Francia e in Italia.

Il giallo di Aosta: tanti aspetti ancora inspiegabili

Il giovane fermato dalla Gendarmerie per il momento deve rispondere solo dell’accusa di “violazione del controllo giudiziario”. Le procure di Aosta e di Grenoble hanno anche aperto un’inchiesta per l’omicidio della ragazza trovata morta a La Salle e per il quale Soahib è il principale sospettato. Lo ha comunicato il procuratore di Grenoble, Éric Vaillant, spiegando che sul caso sono state aperte due indagini in Italia e in Francia, poiché la vittima è di nazionalità francese. Il corpo della 22enne di Saint-Priest (Rodano) è stato scoperto venerdì 5 aprile nella chiesa in rovina di una frazione abbandonata sopra il comune di La Salle.

Teima Sohaib era già sotto processo per violenze sulla compagna

Secondo quanto riportato dai media francesi ‘Le Progrès’ e ‘Le Dauphiné Libéré‘, il giovane ricercato doveva comparire in tribunale a Grenoble nelle prossime settimane con l’accusa di violenza domestica nei confronti della stessa compagna. Mercoledì sera Éric Vaillant ha annunciato che il processo è stato fissato per il 3 maggio. Mai condannato dai tribunali, l’uomo era ricercato “dalla fine di marzo 2024 dalla procura di Grenoble per violazione della sorveglianza giudiziaria”, ha spiegato il capo della procura. È stato sottoposto a sorveglianza giudiziaria il 13 gennaio di quest’anno. Quel giorno è stato portato davanti alla procura per “violenza domestica” e per aver minacciato la giovane donna “affinché ritirasse la denuncia”, ha spiegato Vaillant. “In conformità con le istruzioni del pubblico ministero, il giudice della libertà e della custodia gli ha ordinato di astenersi dal contattare la vittima”.

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