Ferilli, Mannoia, Lucarelli, le “tifose” dell’Iran: per loro Israele è colpevole anche quando viene attaccato
Sabrina Ferilli, Selvaggia Lucarelli, Fiorella Mannoia e gli altri. Bisogna dirlo, l’attacco dell’Iran ad Israele ha portato a sinistra reazioni bizzarre: o silenzi, o improvvisati esperti/e di geopolitica, che incolpano Israele anche quando viene attaccato con missili e droni. Un cambio di “divisa” in corsa: si tolgono per un po’ la casacca della Palestina, e indossano la maglia verde, bianco, rossa dell’Iran. Sono collettivi, movimenti radicali ma anche opinionisti, vip e politici. Fa una carrellata dei giustificazionisti delle ragioni degli Ayatollah, Francesco Giubilei sul Giornale. La tesi di tutti costoro è lunare: l’uomo da fermare è Netanyahu, non l’Iran.
I giustificazionisti dell’Iran: in primis fu D’Alema
Già, perché secondo loro l’Iran non ha compiuto un attacco “ma un contro attacco dopo il missile che ha colpito nei giorni scorsi alcuni edifici diplomatici iraniani in Siria ed è perciò legittimo”, scrive il politologo ed editore. Facendo un passo indietro di qualche ora rispetto all’attacco iraniano, era stato Massimo D’Alema in tv a “In altre parole” su La7 a dire: «Qualcuno dovrebbe spiegare agli israeliani che non è carino bombardare le sedi diplomatiche». Tale affermazione ha fatto da apripista a tutta una serie di geostrateghi/e.
Iran: Ferilli, Lucarelli, Mannoia e gli altri
Parte Sabrina Ferilli, secondo la quale: «Avendo Israele attaccato l’ambasciata iraniana, dubito che ci si aspettasse in cambio fiori e cioccolatini. Ed ora i gran buffoni del mondo si fingono allarmati e preoccupati. Loro? Figuriamoci noi». Anche Selvaggia Lucarelli ha fatto capire che, in fondo, chi la fa l’aspetti: «il risultato di aver consentito a Israele di fare ciò che voleva per sei mesi», scrive l’editorialista del Fatto. Segue Fiorella Mannoia, più diretta ancora. Per lei è tutta colpa di Netanyahu che «sta distruggendo Gaza e anche Israele. Se non lo obbligano a dimettersi sarà la fine. Per tutti». Fin qui i vip.
Chiara Geloni attacca sui social chi difende Israele
Condanna dell’Iran, solidarietà ad Israele? Macché. Anzi. Chi condanna Teheran è pure preso di mira. Come fa Chiara Geloni, portavoce storica di Pier Luigi Bersani, che scrive: «Guardo i tweet di certi liberali e mi chiedo chi siano i veri ayatollah». Paradossale, stai a vedere che che la polveriera mediorientale Va a finire che tra poco si scoprirà che la crisi in Medio Oriente è tutta colpa dei liberali. Si metto poi in moto la galassia dell’ultrasinistra, il compitino ricalca il solito ritornello: per Potere al Popolo «l’escalation in corso non è iniziata con i missili iraniani. È iniziata prima, con il bombardamento israeliano delle sedi diplomatiche iraniane in Siria». Poi interviene lo stesso portavoce di Potere al Popolo, Giuliano Granato che scrive un tweet quasi da “portavoce” di Teheran: «L’Iran sostiene che l’azione militare è in risposta al bombardamento del consolato a Damasco e si configura come legittima difesa stando all’art. 51 della Carta dell’Onu».
Attacco dell’Iran ad Israele: il silenzio dell’Anpi
Da annotare il silenzio dell’ Anpi, fa notare Giubilei. E’ bizzarro che mentre l’Associazione nazionale partigiani invoca il cessate il fuoco per il 25 aprile, sia presa da una forma di afasia quando si tratta di condannare l’attacco iraniano che apre scenari di instabilità in tutto il mondo. La clausola ironica (ma non troppo) di Giubilei: “A questo punto non resta che attendere la discesa in campo delle «queer per Teheran»: le occupazioni delle università in solidarietà alla teocrazia islamica iraniana e le conferenze apologetiche degli ayatollah”.