E’ morta Ala Marinetti, secondogenita del fondatore del Futurismo, ultima figlia ancora in vita
E’ scomparsa Ala Marinetti, 95 anni, secondogenita di Filippo Tommaso Marinetti e Benedetta Cappa. A dare la triste notizia è stata la nipote del fondatore del Futurismo, Francesca Barbi Marinetti. Ala era l’ultima figlia di Marinetti ancora in vita. Sua sorella minore Luce era scomparsa nel centenario del Manifesto, il 2009, mentre la primogenita Vittoria era deceduta nel 2020. Ala era apparsa in un rarissimo documento della Rai, un’intervista alla mamma Benedetta Cappa, inserita nella seconda puntata di “Inimitabili” dedicata a Filippo Tommaso Marinetti, in onda la sera della domenica di Pasqua condotta da Edoardo Sylos Labini.
Figlia di una coppia eccezionale quale fu il sodalizio affettivo-intellettuale di Benedetta Cappa e Filippo Tommaso Marinetti, Ala ha condiviso con le sorelle (Vittoria e Luce) una vita non comune. Ma lei teneva a precisare che la loro in realtà era una famiglia normale. “Siamo cresciute con un’educazione severa. Andavamo al Sacro Cuore e non ci era permesso frequentare la bohème artistica che invadeva la casa nei pomeriggi. Evidentemente i nostri genitori ritenevano quella compagnia così eccentrica non adatta a delle bambine. Certo, avevamo le pareti tappezzate di quadri futuristi e un’intera camera tutta dipinta da Giacomo Balla…”. Lo disse Ala in un’intervista rilasciata ad Arianna di Genova sull’Espresso alcuni anni fa.
Commosso, la ricorda il senatore azzurro Maurizio Gasparri dai suoi profili social, sottolineando come la figlia del fondatore del Futurismo abbia “coltivato la memoria del padre. É stato un onore conoscerla e le rendiamo omaggio con un pensiero commosso”. Ala Marinetti conteneva già insito nel suo nome un alone di poesia. Le sue sorelle sono state chiamate Luce e Vittoria, nomi anch’essi molto futuristi. Dinamismo, velocità ed ottimismo. Il volo e l’aeropittura, tutti simboli del futurismo. Chi l’ha conosciuta la ricorda come una signora elegante, colta, intelligente e piena di vita. “Bisogna sempre guardare al futuro – spiegava – anche a 80 anni. E’ questo il senso del futurismo. Poi, si deve essere sempre ottimisti e fiduciosi altrimenti non si mettono in luce le nostre doti migliori. La creatività”. Una visione molto moderna da condividere in pieno, di cui suo padre sarebbe stato fiero.