Assolto anche in appello l’oste di Lodi che sparò e uccise il ladro. Lui: è finito un incubo

11 Apr 2024 16:51 - di Greta Paolucci
oste Lodi

Assolto «perché il fatto non costituisce reato»: è finito l’incubo per Mario Cattaneo, l’oste di 73 anni di Casaletto Lodigiano che nella notte tra il 9 e il 10 marzo del 2017 colpì a morte con il proprio fucile da caccia Petre Ungureanu, 32 anni, uno dei ladri che aveva sorpreso a rubare nel suo locale. I giudici della quinta sezione penale della corte d’Appello di Milano lo hanno assolto, confermando la sentenza di primo grado, a fronte della richiesta della pg Maria Vittoria Mazza che per il ristoratore aveva chiesto la condanna a tre anni per “eccesso colposo” da parte dell’imputato che aveva imbracciato il fucile e che, durante una colluttazione con il rapinatore, aveva sparato un solo colpo, rivelatosi mortale.

«È arrivata la fine di un incubo. Dopo sette anni siamo riusciti ad arrivare alla fine e sono contento che la giustizia, nella quale ho sempre avuto fiducia, ha fatto il suo corso. Ho sempre avuto tanta paura, però non ho mai mollato, ho sempre reagito fino ad oggi», sono state allora le prime parole del ristoratore a commento della sentenza. Parole che la premier Meloni ha rilanciato in un suo tweet dedicato all’oste assolto oggi, un messaggio che conclude con «un abbraccio a Mario e a tutti i suoi cari per questa bella notizia».

Milano, i giudici della Corte d’appello confermano l’assoluzione dell’oste di Lodi che sparò al ladro

«Ne ho sempre avuta tanta di paura, ma non ho mai mollato e ho sempre reagito, sono contento. Ho rivissuto attimo per attimo tutti quei passaggi che si sono susseguiti quella notte, e adesso non ho più parole perché mi sento commosso», ha commentato dunque a caldo l’oste 73enne travolto da una vicenda giudiziaria arrivata all’epilogo del secondo grado di giudizio con una sentenza che conferma quella del Tribunale di Lodi, modificando l’assoluzione dalla formula «perché il fatto non sussiste», a «perché il fatto non costituisce reato». Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.

L’imputato: «Ho sofferto ma ora felice»

Certo, oggi è felice Mario Cattaneo, ma come ha sottolineato lui stesso commentando a caldo l’epilogo giudiziario, in questi anni ha sofferto, ha temuto, fino ad oggi quando, spiega, «è arrivata la fine di un incubo». Una conclusione in cui sperava confidando nella giustizia a attendendo con fiducia il lavoro della magistratura. Come precisa del resto commentando la sentenza, dicendo: «Dopo sette anni siamo riusciti ad arrivare alla fine e sono contento che la giustizia, nella quale ho sempre avuto fiducia, ha fatto il suo corso. Ho sempre avuto tanta paura, ma ho reagito. Fino ad oggi». Oggi, che le parole cedono alla commozione e che il verdetto ha dato conto delle ragioni di quella maledetta notte.

Assolto l’oste di Lodi che sparò e uccise il ladro: l’arringa dell’accusa

Quella tra il 9 e il 10 marzo del 2017, quando l’oste colpì a morte con il proprio fucile da caccia Petre Ungureanu, 32 anni, sorpreso di notte nella sua trattoria. Un capo d’accusa, quello dibattuto nel processo, che ha alimentato in questi anni il dibattito sul tema della legittima difesa – il 73enne era accusato di eccesso colposo di legittima difesa – e per cui la pg al processo d’appello che si è svolto a Milano aveva richiesto una condanna a 3 anni di carcere. Nella sua requisitoria la rappresentante della pubblica accusa ha sottolineato “l’eccesso colposo”, da parte dell’imputato – che, ricordiamo, è stato assolto in primo grado a Lodi – che è intervenuto all’esterno, nel buio, «per difendere la propria famiglia» da un furto nella sua osteria. Stigmatizzando come «deleteria» una giustizia “fai-da-te”. L’avvocato di parte civile aveva chiesto un risarcimento di 300mila euro, mentre i difensori avevano domandato l’assoluzione.

Le argomentazioni della difesa

Non solo. Una condanna che la difesa ha sempre respinto sottolineando, tra l’altro, che il colpo viene esploso «in fase di caduta», mentre l’oste lotta con i rapinatori che miravano al bottino dell’osteria. «Mario Cattaneo – ha spiegato il legale Ennio Ercoli – non aveva alcuna intenzione di sparare. Il colpo purtroppo è partito accidentalmente per colpa dell’aggressore che gli strattonava l’arma. Se avesse voluto sparare avrebbe esploso anche il secondo colpo, invece si è aggrappato al fucile per difenderlo».

L’imputato «è sceso per difendere la propria famiglia, voleva far allontanare i ladri, non voleva uccidere»

L’imputato «è sceso per difendere la propria famiglia, voleva far allontanare i ladri», non voleva uccidere: e per questo «va assolto». Se in quel tira e molla, tra Cattaneo e il ladro, “è partito un colpo accidentalmente è la spiegazione più logica – ha aggiunto l’altro difensore, l’avvocato Vincenzo Stocchino –. E non è che se non ha chiamato le forze dell’ordine è il giustiziere della notte, non ha sparato alla schiena. Di tutte le versioni che si possono mettere sul tavolo la più logica è che non voleva sparare», ha concluso il suo intervento il difensore. E i giudici, al termine del dibattimento, hanno emesso una sentenza di assoluzione.

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