Ue, Meloni al Pd: “Voi ambigui sull’Ucraina, noi uniti”. Poi zittisce De Luca junior (video)
Momenti di scontro, anche spassosi, nella replica di Giorgia Meloni alla Camera, in vista del Consiglio europeo di domani. “Su, ragazzi, per favore, vi vedo particolarmente nervosi…”. “Ragazzi? Come si permette, presidente, noi siamo onorevoli!”. La premier sorride, fa riferimento alla sua romanità ma l’opposizione è scatenata, livorosa. “Onorevoli, siamo onorevoli!”. Meloni ci riprova: “Va bene giovani onorevoli invece che ragazzi?”. Ma da sinistra non c’è voglia di scherzare. “Ho capito, non vi sto simpatica, onorevoli, andiamo avanti…”. Brusìo dell’aula, il clima è tragico ma non serio sui banchi dell’opposizione, con Pd e M5S divisi anche sulle critiche al governo e con i grillini ancora in fase di studio delle espressioni del viso di Giuseppe Conte che a tre giorni dal plebiscito di Putin in Russia non ha ancora aperto bocca per commentarlo, chissà perché. Neanche l’abbraccio in aula tra Meloni e Salvini (video) placa i “nervosismi” della minoranza poco silenziosa.
Ue, Meloni conferma il sostegno all’Ucraina e replica a De Luca junior
Il presidente del Consiglio, nella replica al dibattito sul Consiglio europeo seguito agli interventi di ieri in Parlamento sulla sua relazione, si rivolge a tutti coloro che avevano mosso critiche. Il punto centrale, per il Pd – che manda all’assalto il figlio del governatore-sceriffo-cabarettista De Luca (oppositore feroce della segretaria Schlein, tra l’altro), il giovane onorevole Piero – è che il governo non avrebbe una posizione chiara sulla guerra scatenata da Putin. Roba da ridere, in effetti. “Il prossimo Consiglio europeo è chiamato ad assumere decisioni fondamentali. La preoccupazione è che l’Italia, con la presidente Meloni al Governo, non sia in grado di giocare un ruolo da protagonista”, ha arringato Piero De Luca, facendo riferimento a Salvini e alla presunte spaccature del governo.
Meloni, senza particolare acrimonia, lo ha rapidamente asfaltato.
“Pd ambiguo, ma vuol dare lezioni al governo”
“Penso che non sia oggettivamente sostenibile la tesi per la quale la posizione del governo italiano al cospetto del mondo che ci guarda non sia chiara in tema di Ucraina. Penso che sia chiaro a tutti che oggi grazie al fatto che c’è una maggioranza di centrodestra l’Italia è una nazione che rispetta i suoi impegni e non possiamo dire se sarebbe la stessa cosa nel caso in cui al governo ci fosse l’attuale opposizione”, è stata la replica del premier, che ha avuto gioco facile nel ribaltare le accuse al Pd e allo stesso De Luca: “Mi pare che il problema per il Pd è più ampio. Il Pd è ambiguo, prima si astiene sull’Ucraina e poi spiega a noi cosa dobbiamo fare. Almeno non venga a spiegarci cosa dobbiamo fare”, ha quindi detto Meloni, aggiungendo: “Io quando parlo con persone con cui ho buoni rapporti porto risultati. Se voi del Pd parlate con i vostri alleati del M5S magari riuscite a fare il miracolo e l’Ucraina ve ne sarà grata“. “I voti dicono che noi siamo riusciti negli ultimi due Consigli europei a mandare avanti l’accesso dell’Ucraina all’Unione europea, sia a garantire una revisione del bilancio pluriennale che consente di sostenere l’Ucraina per i prossimi 4 anni”, ha affermato ancora Meloni. E – ha fatto notare – a differenza del Pd che si era astenuto, “io non ho due facce quando sto all’opposizione e al governo. Prendo decisioni che considero giuste: le ho portate avanti dall’opposizione e continuo a farlo anche dalla maggioranza”.
La guerra di Gaza e la posizione del governo
In politica estera la posizione è quella del dialogo, ma con qualche distinguo. “Sono d’accordo che si debba parlare con tutti, sfugge una piccola differenza tra Al Sisi e Putin: Putin ha invaso una nazione vicina. Questo elemento non sfugge, è la ragione del perché cerchiamo di dare una mano all’Ucraina”. Poi il tema della Palestina e di Hamas. “Non sono d’accordo sul ripristino dei fondi all’Unrwa sospesi. Finchè non sarà stata fatta piena luce su dove finiscono le risorse credo non si debba fare questo errore, che non vuole dire non occuparsi dei civili di Gaza perchè non è vero che non operano altre realtà a Gaza. Abbiamo trasferito 20mln di euro alle altre organizzazioni, Croce rossa e Mezza luna rossa e oggi stiamo per stanziare ulteriori risorse sul progetto Food for Gaza”, è stata poi la replica del premier a chi le chiedeva un maggior impegno sulla pace in Medio Oriente. È importante ricordare chi ha scatenato il conflitto” in Medio Oriente, “a penso anche ci siano alcune cose che vanno fatte. Sulle quali anche l’Italia cerca di avere una posizione chiara. Particolarmente per quello che sta accadendo a Gaza. Temiamo un crescente isolamento di Israele. Anche nell’interesse di Israele occorre ribadire con chiarezza la nostra contrarietà a un’operazione militare di terra a Rafah che potrebbe avere effetti catastrofici”.
I migranti e l’Europa
Sollecitata dai Cinquestelle, Meloni ha parlato anche del tema dell’immigrazione. “I cittadini con il voto ci hanno chiesto non di redistribuire i migranti ma di impedire le partenze, e siccome credo nella democrazia è quello che lavoro per fare”. “Sono molto fiera – ha aggiunto – per il lavoro che stiamo facendo, questa è diventata la posizione europea e piaccia o non piaccia è quella che porteremo avanti. L’Italia è riuscita a convincere sulla sua posizione i propri partner: la vostra posizione – ha detto rivolta alle opposizioni – era redistribuiamo e non ci siete riusciti, la nostra è lavorare sulla dimensione esterna, e ci stiamo riuscendo. Questo fa la differenza su quanto conta l’Italia in Europa”.
Il ricordo commosso di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
La seduta era però iniziata con il ricordo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. “Oggi ricorrono 30 anni dall’agguato mortale a che a Mogadiscio ha spezzato le loro vite. Ilaria Alpi è una delle donne che ho citato nel mio discorso di insediamento alle Camere, perché il suo coraggio è il coraggio delle donne italiane. Tutti dobbiamo esserle grati, particolarmente le donne. Io le sono grata da donna, collega giornalista, rappresentante delle istituzioni. Il cammino verso la verità non è concluso, dobbiamo percorrerlo perché – ha aggiunto Meloni – sapere nomi e cognomi di assassini e mandati è dovere di tutti. Rivolgo un pensiero a tutti i giornalisti caduti nell’esercizio della professione, a tutti i reporter che mettono a rischio la loro vita per raccontarci cosa succede nei teatri di guerra, anche oggi in Ucrauna e Medio Oriente”.