Stupro di Palermo, per il branco arriva la prima condanna: 8 anni e 8 mesi all’unico minorenne

5 Mar 2024 14:46 - di Greta Paolucci
Stupro Palermo

«Mi sono accasciata per tre volte. Io non volevo avere rapporti sessuali, non mi muovevo, ho gridato, sono caduta a terra battendo anche la testa. Ma loro non si fermavano…»: è solo l’incipit del racconto dell’orrore che ha reso tra le lacrime la 19enne vittima dello stupro del branco (composto da 7 ragazzi) del 7 luglio. Una violenza perpetrata in un luogo appartato vicino al lungomare del Foro Italico di Palermo, in un cantiere abbandonato, in piena estate. Abusi inferti incuranti delle richieste della vittima a desistere e a qualunque richiamo a qualsiasi forma di pietà… Per quello scempio, oggi è arrivata la prima condanna per lo stupro di gruppo di Palermo. Il gup del tribunale per i minorenni ha condannato a 8 anni e 8 mesi l’unico minorenne che lo scorso 7 luglio ha preso parte alla violenza sulla diciannovenne.

Stupro di Palermo, il minorenne del branco condannato a 8 anni e 8 mesi

Il processo si celebrava con il rito abbreviato e il pm aveva chiesto una condanna a 8 anni. Dello stupro sono accusati anche altri sei ragazzi, tutti maggiorenni e tutti in carcere: Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao. Anche loro hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato che inizierà ad aprile. Il minorenne era già stato arrestato ad agosto. In un primo momento era stato affidato a una comunità dopo aver confessato la violenza davanti al gip nell’interrogatorio di garanzia. Ma successivamente era stato nuovamente rinchiuso al Malaspina per avere pubblicato sui social commenti e video in cui quasi “rivendicava” gli abusi.

Il 7 luglio aveva preso parte, assieme ad altri sei, alla violenza di gruppo su una 19enne

Non solo: sembra che sul suo telefono gli inquirenti avessero trovato contenuti che avrebbero aggravato la sua posizione. «A suo carico – segnala a riguarda il Tgcom24 – anche una chat in cui ammetteva con un amico che la 19enne non era consenziente». Un’ipotesi che hanno contribuito ad aggiungere sfregio allo scempio degli abusi, che la vittima nella sua denuncia e nella ricostruzione dei fatti resa agli inquirenti ha sempre respinto disperatamente, e con forza. La giovane, infatti, ha sempre ribadito di essere stata aggredita. di aver gridato «basta ai suoi aguzzini». Di averli implorati di smettere.

Stupro di Palermo, il racconto choc della vittima

«Io mi sono accasciata a terra perché non mi reggevo più in piedi, ma loro mi tenevano e continuavano» ha raccontato la 19enne ai carabinieri. Uno di loro, da quanto ha ricostruito nel corso delle indagini, «mi puntava il telefono addosso con la torcia accesa. Mentre lo fissavo mi chiedevo perché mi stesse facendo una cosa del genere… Io ero inerme, in ginocchio…». Eppure, come rileva sempre il Tgcom24 nell’aggiornamento giudiziario di oggi sul caso, «per gli avvocati che rappresentano i sette imputati, una testimonianza raccolta nel corso delle indagini difensive dimostrerebbe, invece, che le cose si sarebbero svolte in modo differente rispetto a quanto denunciato».

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi