Strage, Mosca non commenta le torture agli arrestati. Medvedev: “Dobbiamo ucciderli tutti”

25 Mar 2024 15:57 - di Redazione

Le indagini sull’attentato al teatro Crocus City Hall di Mosca ”sono ancora in corso” e per questo il Cremlino non vuole commentare la rivendicazione dello Stato Islamico (Isis) della strage che ha causato 137 morti. “Stiamo esaminando solo dati preliminari per cui non è stata formulata alcuna ipotesi ufficiali”. Così il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, che, secondo l’agenzia  statale Tass, ha esortato a “fare affidamento sulle informazioni che provengono dalle nostre forze dell’ordine”. Peskov ha aggiunto che Putin non ha intenzione di visitare il luogo dell’attacco. Mosca insomma continua a non confermare la matrice islamista, nonostante la rivendicazione e il filmato diffusi dall’Isis, e a puntare l’indice contro Kiev.

Il Cremlino non commenta le possibili torture

Intanto tutti e quattro i sospettati dell’attacco sono stati messi in custodia cautelare fino al 22 maggio. Sono accusati di aver commesso un atto terroristico che secondo il codice penale russo è punibile fino all’ergastolo. Tre degli imputati si sono dichiarati colpevoli di tutte le accuse, secondo la Tass. Tutti e quattro provengono dal Tagikistan, ex repubblica sovietica, ed erano stati in Russia con visti temporanei o scaduti. Il portavoce del Cremlino si è rifiutato di rispondere alla domanda su possibili torture ai quattro arrestati, dei quali dai media internazionali sono state diffuse foto con visibili segni di violenza. Gonfi in volto, con lividi e segni di tagli, uno addirittura condotto nell’alula del tribunale in sedia a rotelle con un camice e i pantaloni dell’ospedale. Sulla possibilità di contatti fra Mosca e i paesi occidentali in merito all’attentato terroristico, Peskov ha sottolineato che “non ci sono contatti con l’Occidente in questo momento”. Poi ha eluso una domanda sul possibile fallimento dei servizi di intelligence russi.

Medvedev: uccidiamoli tutti

Intanto l’ex presidente e vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha riaperto il dibattito sul ripristino della pena di morte per terrorismo: “Me lo chiedono tutti. Cosa fare? – ha detto dal suo canale Telegram  – 0Sono stati catturati. Complimenti a quelli che li hanno presi. Dovrebbero essere uccisi? E’ necessario. E lo sarà. Ma è molto più importante uccidere tutte le persone coinvolte. Tutti. Chi ha pagato, chi ha simpatizzato, chi ha aiutato. Dobbiamo ucciderli tutti”.

Bruxelles: Mosca non usi l’attentato in chiave anti-Ucraina

La Commissione europea ha espresso preoccupazione per i tentativi fatti dalle autorità russe di “legare” l’attentato di venerdì scorso a Mosca con l’Ucraina. E invita il governo russo a non usare l’attentato come un “pretesto” per aumentare gli attacchi contro il Paese invaso. E per incrementare la repressione contro l’opposizione interna. Lo sottolinea il portavoce dell’Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, durante il briefing quotidiano con la stampa a Bruxelles.

Tajani: non ci sono prove di responsabilità dell’Ucraina

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani mette in guardia da letture infondate. “Al momento non ci sono prove di alcun tipo di un coinvolgimento di qualsiasi genere da parte ucraina. Mi pare – ha detto – che tutto vada nella direzione di un attentato terroristico organizzato dal ramo afgano dell’Isis”. Dopo la strage al teatro alle porte di Mosca cresce l’allarme terrorismo islamico, soprattutto in Francia dove Macron ha innalzato l’allerta antiterrorismo al suo livello massimo.  “La branca del gruppo jihadista dello Stato Islamico implicata nell’attentato di Mosca – dichiara il presidente francese  – “aveva effettuato diversi tentativi sul “suolo francese negli ultimi mesi”. Quasi ogni mese in Francia – gli fa eco il ministro degli Interni Gérald Darmanin – vengono sventati attacchi.

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