Crosetto: “L’attentato in Russia è una vendetta dell’Isis, gli Usa avevano avvertito Mosca”
“Il pericolo del terrorismo islamico – Isis e non solo, resta alto. Anche in Europa non possiamo abbassare la guardia. L’attentato in Russia dimostra però che in quel quadrate geopolitico le organizzazioni terroristiche possono ancora contare su veri e propri battaglioni d’assalto”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una intervista al Messaggero.
“Tre settimane – continua il ministro – fa uno di questi nuclei terroristici, l’Iskp, era stato colpito dai russi. Gli americani hanno avvisato i servizi di Mosca spiegando che il gruppo era stato colpito solo in parte, ma non era ancora stato debellato. Venerdì c’è stata la reazione. È successo in Russia, ma un attentato del genere può ancora succedere in tanti altri Paesi dove l’Isis è presente ed operativo”.
“Non esistono collegamenti tra Ucraina e Isis – ribadice l’esponente di Fratelli d’Italia – Nè sarebbero consentiti dagli alleati degli ucraini che considerano l’Isis alla stregua di Hamas un’organizzazione terroristica da combattere in ogni modo. Per Kiev anche solo pensare di aiutare l’Isis sarebbe equivalso a un doppio suicidio”.
Per Crosetto l’attacco non tradisce fragilità interne russe: “Il controllo del governo è forte e radicato, come del resto in tutti i Paesi “diversamente democratici”. Se il regime è forte però si rafforzano anche le forme di resistenza. Mi rifiuto di accettare l’idea di un’escalation inevitabile. Dobbiamo lavorare per la pace e per una tregua. Ma abbiamo anche il dovere di aiutare Kiev a difendersi: se la Russia penetrerà oltre nel Paese ci avvicineremmo a una guerra mondiale quasi certa, come dico da due anni”.
A livello Ue “bisogna restare vigili, investendo di più nella difesa. La sicurezza collettiva di una nazione è il vero presupposto al diritto alla sanità, all’educazione, a una casa. Ma la sicurezza non è gratis”. Eurobond per la Difesa comune? “Non capisco bene a cosa servano. Semmai servirebbero garanzie europee a bond emessi da ogni nazione per finanziare la propria Difesa. Modello Draghi”.