Se a sinistra dimenticano che il comunismo è ancora vivo e vegeto in Cina, Cuba e Corea del Nord

7 Mar 2024 15:02 - di Federico Gennaccari
Comunismo

Forse abbiamo capito perché a sinistra si fa fatica a parlare di comunismo, divenuta improvvisamente una parola tabù soprattutto nel mondo del cinema e della fiction televisiva (vedi quelle sulle foibe e sull’esodo). Evidentemente per loro non ci sono più regimi comunisti nel mondo di oggi e quindi meglio non ricordare quelli che ci sono stati (e il legame-dipendenza avuto dal Pci, anche quello di Berlinguer).

Per “Repubblica il comunismo non c’è più in nessuna forma”

Del resto è “Repubblica” a scrivere “Il comunismo non c’è più in alcuna forma” e quindi a dare la linea per rileggere la storia e la geopolitica. Così comprendiamo perché gli esponenti del Pd erano così preoccupati dell’accordo con la Tunisia, denunciando che “E’ stata data legittimazione politica a un dittatore razzista” come ha detto il responsabile Esteri Giuseppe Provenzano, ex ministro. Che aveva anche aggiunto che era “un’umiliazione per l’Europa”. Saremo curiosi di sentire la definizione che Provenzano dà della Cina che è ancora un regime comunista, dove non c’è libertà nemmeno di navigare in internet e come tale tratta gli oppositori.

Come dimenticare Cuba, Cina e Corea del Nord?

“Il comunismo non c’è più in alcuna forma”. Rimaniamo perplessi di fronte a quanto ha scritto Stefano Cappellini in un commento sulla vicenda della professoressa Donatella Di Cesare. Quindi a sinistra si comportano come se la Cina fosse una democrazia. Come pure Cuba e la Corea del Nord, Paesi trattati come se fossero lontani ricordi d’infanzia e non tragiche realtà ancora attuali e una minaccia per Hong Kong e per Taiwan.

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