Roma, al Plinio nessuna aggressione fascista, c’è un video che sbugiarda gli studenti di sinistra: erano loro a cercare la rissa
Il tentativo di un ragazzo di Azione studentesca del liceo Plinio di Roma di difendere dei manifesti del movimento dalla vandalizzazione da parte dei collettivi si è trasformato in una “aggressione fascista”, prima nei racconti dei giovani antagonisti e poi in quelli di certe cronache. Così, oggi, leggendo questi resoconti si scopre che i poveri studenti di sinistra vivono in un clima di costante intimidazione e che, come hanno denunciato, “dall’insediamento del governo Meloni le giovanili neofasciste si sono sentite legittimate ad uscire allo scoperto”. Si tratta di una narrazione assai nota da parte dei collettivi, piuttosto adusi a vestire i panni delle vittime incolpevoli, anche quando a creare le situazioni di tensione sono stati loro.
La presunta aggressione fascista al Plinio e il video che la smentisce
Nel caso del Plinio c’è un video a testimoniare cosa sia successo: un gruppetto di giovani militanti di sinistra si è messo a strappare dei manifesti affissi da Azione studentesca nei pressi della scuola; un ragazzo di As li ha visti e, da solo, ha cercato di fermarli, intrattenendosi in particolare a parlare con uno di loro. Questo studente, incurante della richiesta di smetterla, ha continuato a cercare di strappare i manifesti (cosa che nel frattempo stavano facendo anche altri). Il ragazzo di As a quel punto ha cercato di fermarlo prima mettendosi davanti a lui e bloccandolo con le mani e poi scansandolo con il braccio. Il contatto fisico tra i due, come si vede dal video, è stato questo. Nel filmato si sente a un certo punto una ragazza (che fa parte del manipolo di quelli intenti a strappare i manifesti) dire: “Le mani al collo no”, ma nelle immagini non si vedono mani al collo. Il video si interrompe qui, ma, da quanto riferito, non vi sarebbero stati ulteriori strascichi.
Il racconto dei collettivi: “Pulivamo il muro, un nostro compagno è stato aggredito”
Questo episodio dai collettivi è stato raccontato così: “Mentre stavano pulendo il muro di via Palestro, un militante di Azione studentesca è intervenuto aggredendo un nostro compagno. Il giovane neofascista ha iniziato a spingere via il nostro compagno ogni volta che lui si avvicinava ai manifesti, arrivando in dei momenti anche a mettergli le mani al collo. Come collettivo da sempre ci opponiamo al loro metodo e alle loro rivendicazioni neofasciste, che mirano ad instaurare un clima di paura nella nostra comunità. Dall’insediamento del governo Meloni le giovanili neofasciste si sono sentite legittimate ad uscire allo scoperto”. E, ancora, “oggi non abbiamo risposto alle provocazioni, tutta la comunità studentesca ha potuto vedere la loro natura violenta e intimidatoria, il loro metodo che non conosce il dialogo. Anche oggi ribadiamo forte che il Plinio è una scuola libera e in quanto tale è antifascista, non lasceremo che chi vuole opprimere e impaurire abbia spazio, non lasceremo che i loro metodi violenti possano entrare nella quotidianità della nostra scuola”.
Azione studentesca: “Contro i nostri ragazzi del Plinio scritte e intimidazioni che durano da mesi”
Ora, come sa chiunque abbia fatto politica giovanile, strappare i manifesti davanti a chi li ha affissi non è un atto civico di pulizia dei muri, ma un gesto di smaccata provocazione, nella quale per altro il ragazzo di As ha evidentemente cercato di non cadere. Quanto all’instaurazione di un clima di intimidazione e oppressione basterebbe riferirsi a ciò che sta avvenendo nelle università italiane o all’episodio dello studente del Righi che ha ritenuto normale fare il gesto della pistola contro il premier all’interno dell’aula del Senato. Ma dai responsabili di Azione studentesca, Andrea Catalini, e Gioventù nazionale, Francesco Todde, è arrivato anche un chiarimento su ciò che avviene nello specifico del liceo Plinio. Respingendo la ricostruzione dell’episodio di ieri fatta dai collettivi, infatti, i due dirigenti giovanili hanno riferito in una nota che i due ragazzi di As che frequentano la scuola da mesi sono oggetto di “continue intimidazioni”, allegando anche foto di scritte tracciate dentro e fuori l’istituto che vanno da “Fasci appesi” e “Fascio attento” a “10, 100, 1000 Acca Larenzia” e “Datte foco”. In alcuni casi, ha spiegato Todde sentito dal Secolo, “hanno anche scritto i nomi dei due ragazzi”.
“La sinistra ha un problema con le idee degli altri”
“Le vecchie abitudini sono dure a morire”, hanno commentato ancora Todde e Catalini nella nota, sottolineando che “come abbiamo visto più volte attraverso tutta la Penisola, nelle scuole e nelle università, la sinistra ha un problema con le idee degli altri”. “Noi non abbiamo mai lanciato contromanifestazioni per impedire lo svolgimento di manifestazioni di diverso orientamento e non abbiamo mai avuto paura di rispondere alle proposte della sinistra”, hanno ricordato, aggiungendo che “sarà forse per questo che il nostro movimento convince sempre più giovani, come vediamo negli organi di rappresentanza studentesca: da tre anni Azione Studentesca detiene la presidenza delle Consulte degli studenti del Lazio e dell’organo nazionale che riunisce le consulte studentesche di tutta Italia”.