Prezzolini indica la rotta ai conservatori. La Russa: era un anticonformista. Sangiuliano: essenziale il suo spirito critico
Ignazio La Russa e Gennaro Sangiuliano insieme per parlare di Prezzolini. Il presidente del Senato e il ministro della Cultura hanno presentato ieri la biografia di Giuseppe Prezzolini edita da Mondadori il cui autore è appunto Sangiuliano. La Russa ha ricordato come ha conosciuto Sangiuliano: “L’ho conosciuto giovanissimo in un campo scuola del Fronte della Gioventù dove insegnavo come comportarsi in caso di fermo della polizia – ha ricordato -. Già allora avevamo un maestro in comune che era Pinuccio Tararella che ci invitava a leggere Prezzolini e Papini, perché senza di loro la cultura italiana non avrebbe avuto sbocco”. “Prezzolini è campato in cento anni, che hanno cambiato il mondo”, ha affermato ancora, ricordando che “nel ’72 il settimanale Il Borghese, che era per noi un punto di riferimento importante, decise di fare scrivere a tutta una serie di persone importanti un breve giudizio su Prezzolini”.
Sangiuliano ha così riassunto la figura di Prezzolini: “Affrontava la vita con ironia e anticonformismo, che è uno dei tratti del conservatorismo. Per noi conservatori resta del suo insegnamento l’ansia di cambiamento, ma anche un’altra cosa: Prezzolini intraprende un percorso con Gobetti, promuovendo La società degli apoti, che rappresenta ‘coloro i quali non se la bevono’. Per questo io seguo il metodo hegeliano: tesi, antitesi, sintesi. Andare nel merito delle questioni e affrontarle”.
La biografia, l’unica esistente, racconta la vita centenaria dell’intellettuale, morto nel 1982, testimone di un percorso secolare della storia e della cultura italiane e non solo, rappresentando le contraddizioni del Novecento, dalla Grande Guerra al fascismo, dal secondo conflitto mondiale al dopoguerra, mantenendosi sempre lontano dalle ideologie e dal conformismo. Sangiuliano, dedicando il suo lavoro a Pinuccio Tatarella con cui avrebbe dovuto scriverlo prima che morisse, ha ricordato che Prezzolini sosteneva che “il progressista è la persona di domani, mentre il conservatore è la persona di dopodomani, perché modernizza la società”.
“Il libro di Sangiuliano è stata una piacevole sorpresa – ha spiegato Francesco Perfetti, autore della prefazione -. È la prima biografia in assoluto di Prezzolini e, per chi lo ha conosciuto, restituisce la sua figura anche dal punto di vista umano”. “Prezzolini è stata una delle più grandi figure d’Italia, la sua è una storia esemplare, molto istruttiva e contemporanea. Ha rappresentato più di tutti e meglio di tutti il conservatore, orientato verso il futuro, senza dimenticare le radici”, ha commentato Mario Sechi, che ha moderato l’incontro.
“Uno dei pregi di questo libro è offrire suggestioni – ha sottolineato Simonetta Bartolini, esperta dell’opera di Prezzolini -. C’è una riflessione non solo sul personaggio, ma anche sulla sua attualità e sul come rileggerlo. L’alternarsi del registro di due elementi narrativi: in alcune parti il racconto è disteso, nei momenti esplicativi, ai quali si succedono momenti serrati, con l’incalzare degli eventi, tipici del racconto del cronista. Questo rende la biografia estremamente appassionante”. “La cosa più interessante è che Prezzolini è diventato conservatore nel corso della sua vita – ha affermato Stefano Folli -. Il suo percorso si intreccia con la storia del ‘900 e con un giudizio che lui dà prima positivo del fascismo, per poi distaccarsene scegliendo di lasciare l’Italia. Molto interessanti sono proprio le pagine che Sangiuliano dedica alla parentesi americana di Prezzolini”.