Parini occupato, studenti bloccano l’accesso: prof sbotta e tira un’ombrellata. Il preside si barrica (video)
Quella di oggi al Liceo Parini di Milano non è stata una mattinata come le altre e ha registrato momenti di tensione, puntualmente immortalati sui social. Comincia tutto di prima mattina, con un gruppo di studenti alle prese tra calca, striscioni e fumogeni, con l’ennesima occupazione, che presidiano il portone cercando di impedire l’accesso ai ragazzi che non aderiscono all’iniziativa e ai docenti che vogliono entrare in classe. Un picchetto impenetrabile che impedisce a insegnanti e collaboratori scolastici di varcare la soglia e andare a lavorare, e ai maturandi – che a tre mesi dalla conclusione dell’anno scolastico, si ritrovano con l’edificio occupato dai ragazzini – e agli studenti “dissidenti” di entrare in classe per le lezioni. Frustrazione e nervosismo montano. I docenti provano a discutere con i ragazzi, ma il picchetto non molla la presa. E uno dei prof, spazientito dal cordone di okkupanti che inibisce forzosamente l’accesso a scuola, perde le staffe e sferra un’ombrellata nel mucchio (qui il video dal Corriere.it).
Tensione al Parini: studenti impediscono l’accesso, il prof sferra un’ombrellata nel mucchio
Gli “indignados”, nel frattempo, si sono riuniti in assemblea. «È stata dura, ma siamo riusciti a occupare. Abbiamo chiuso le porte e i professori sono rimasti fuori. Con la Digos abbiamo già trattato. Ci stiamo dividendo in gruppi per avviare le assemblee e abbiamo un servizio d’ordine», spiegano dall’organizzazione dell’assemblea e riferisce il sito de Il Giornale che, nel dare conto dell’occupazione al Parini, rende noto che l’iniziativa è stata presa dal collettivo Rebelde, «che ha trascinato con sé circa 400 studenti su oltre 1200 complessivi. In sostanza, meno di un terzo dell’intera scuola: una minoranza oggettiva, ha deciso per il resto degli studenti».
I motivi (più varie ed eventuali) all’origine del blitz per l’occupazione
Esito discutibile e modalità scontate: sempre le stesse. Ossia, quelle messe in atto da un manipolo di studenti di un collettivo di sinistra che tra slogan e striscioni mettono in scena l’abusato copione dell’occupazione intestato ai motivi più disparati – dalla questione mediorientale, con l’appello per un cessate il fuoco a Gaza. Alla rivolta scolastica contro varie ed eventuali, tra cui le richieste indirizzate al ministro Giuseppe Valditara sul cambio del nome del ministero dell’Istruzione e del merito – . Il tutto aggiornato all’ultimo tema all’ordine del giorno: i cortei di Pisa e Firenze. Del resto è lo stesso vice-preside dell’istituto milanese che commentando i fatti di questa mattina, asserisce (e il quotidiano milanese puntualmente riporta): «Non abbiamo poi ben capito per cosa protestino. È vago. Il preside è a scuola e sta capendo cosa fare. Parliamo con la Digos. I ragazzi dicono che vogliono rimanere fino all’8? Vedremo. Noi con loro abbiamo sempre parlato, dialogato. C’è stata collaborazione. Non siamo loro nemici. Siamo solo molto amareggiati».
Il preside del Parini si barrica nel suo studio, il commento sull’ombrellata
Alla fine, allora, l’unico che è riuscito a varcare la soglia dell’istituto è stato il preside Massimo Nunzio Barrella, che poco dopo il blitz si affacciato dalla finestra sopra l’entrata, sotto alla quale erano riuniti gli studenti che non hanno accettato l’occupazione, dichiarandosi – riferisce Il Giorno – “prigioniero politico”. Non ho visto niente di quel momento di tensione, devo dire che mi è stato riferito che colui che doveva essere oggetto dell’ombrellata ha sminuito il fatto, dicendo che non è successo niente. Sicuramente si è trattato di un gesto di nervosismo del docente, esasperato perché avvertiva il picchetto come un’ingiustizia». D’altro canto, spiega il preside parlando con l’Adnkronos sul blitz di stamattina, «mi è dispiaciuto perché è comunque un’azione violenta: si impedisce a chi ne ha diritto di seguire o di fare lezione».
«Dormirò a scuola per vigilare ed evitare danni a persone e strutture»
Il preside del Parini, insomma, non ha dubbi: «La modalità di stamattina mi è sembrata oggettivamente violenta». E lui non ha intenzione di lasciare il suo studio. «Mi dicono che vogliono continuare fino a giovedì e io rimarrò presente durante tutta l’occupazione. Stanotte dormirò qui – dice Barrella all’Adnkronos –. Non mi allontanerò. Avverto una grande responsabilità, sia dell’incolumità dei ragazzi che partecipano all’occupazione, sia per infiltrati possibili che magari hanno cattive intenzioni o potrebbero abbandonarsi ad atti di vandalismo». Dunque, vigilerà affinché non ci siano resse, e per evitare che qualcuno si faccia male e che non ci siano danni alle strutture. E guai a chiamarlo autoritario. «Nessuno può dirmi che lo sia – conclude Barella –. Ho sempre lasciato liberà di pensiero a tutti, e sempre lo farò. Chiaramente nell’alveo democratico».
Il solito copione dell’okkupazione: la sesta a Milano dall’inizio dell’anno
Ma tant’è: alla fine gli studenti del Collettivo Rebelde sono riusciti a occupare la scuola e ad avviare il programma di autogestione, nonostante il tentativo di alcuni professori e di un gruppo di studenti di entrare nell’istituto per seguire le normali lezioni ed effettuare i test Invalsi in programma per oggi. E incassano la sesta occupazione dell’anno a Milano. Quella del prestigioso liceo fondato nel 1774, con il blitz di stamattina in Via Goito, segue le occupazioni già avvenute nelle scorse settimane da parte di altri istituti, tra cui il Severi-Correnti, il Virgilio, il Bottoni e il Beccaria. tanto per tenere alta la temperatura delle occupazioni e far surriscaldare il clima in vista dello sciopero studentesco dell’8 marzo…