Occupazione e 5 in condotta, al Tasso divampa la guerra dei genitori, ex barricaderi oggi rampanti radical chic 

17 Gen 2024 9:32 - di Chiara Volpi
liceo Tasso

Che nei prestigiosi licei romani si alternino da sempre generazioni di rampolli di ieri e oggi non è certo una novità. Ma che ora la militanza studentesca che si espleta soprattutto a quello che è diventato il rito annuale dell’occupazione (che in genere negli istituti della capitale si celebra a partire dal mese di dicembre) le fazioni che si contrappongono finiscono inevitabilmente per diventare – oltre a quelle tra studenti, dirigenza e ministero – anche quelle tra genitori dei ragazzi pro e contro il presidio scolastico, è un fenomeno che ha preso piede da quando si è istituzionalizzata la sinergia tra scuola e famiglia. E, soprattutto, da quando all’offensiva dell’occupazione si è pensato di porre un argine con interventi in replica – e a sanzionamento – degli atti vandalici che quasi sempre si registrano al termine del blocco delle lezioni e della presa di possesso dei locali di un istituto, anche notturna.

Occupazione, la guerra dei genitori al liceo Tasso

Lo conferma un servizio pubblicato su la Repubblica in edicola oggi, emblematicamente intitolato “Al liceo Tasso del 5 in condotta la lotta di classe la fanno i papà”. Una disamina – con tanto di interpello di genitori e studenti intervenuti da fronti contrapposti – citati a titolo esemplificativo e che stigmatizzano la contrapposizione in atto. E che si preannuncia di lungo corso… E allora: «Babbi di governo, presunti meloniani, e babbi di lotta, presunti piddini – scrive Repubblica stilando la fotografia del post-occupazione al liceo Tasso – ex alunni attempati che entrano a gamba tesa dove dovrebbero entrare in punta di piedi. Ma è un dato: i genitori a scuola fanno rumore, sempre di più».

Liceo Tasso, la carica dei genitori “da barricata”

Paparini che, come sottolinea il quotidiano diretto da Molinari, sono «giornalisti, avvocati, editor, militanti politici anche di lungo corso – classe dirigente, per stare al succitato cliché – ferocemente divisi in fazioni, organizzati in chat e contro-chat come in bande, agit prop per interposta persona. Difendono, legittimamente, i diritti della prole, ma con un piglio da barricata». Insomma, tanto per restare in tema del citato cliché, il tipico profilo dell’esponente di quella “sinistra al caviale” – o col Rolex, che dir si voglia – che in quella prole vede la militanza di un tempo aggiornata – e rivisitata – ai tempi odierni. Una «guerra dei genitori» recita l’incipit del servizio, «letteralmente a catena».

Un derby politico tra adulti che sovrasta quello studentesco tra pro e contro-occupazione

Un conflitto che «monta» ogni giorno di più con «gli studenti» che «così, rischiano di essere ridotti al rango di spettatori di una contesa giocata – emotivamente e politicamente – dagli adulti». Da una parte, allora, la trincea di chi – in asset con la posizione istituzionale, sostiene la linea del richiamo disciplinare. Dall’altra che ne contesta aspramente i provvedimenti. Ovunque, un clima infuocato che divampa nelle aule (di tutti i tipi).

Liceo Tasso, «mamme e papà alzano i toni»

E che ieri, con «una lettera aperta indirizzata a preside, ministro e “alla stampa”» in cui i «ragazzi e le ragazze del collettivo» hanno rivendicato «la responsabilità della scelta fatta, contestando all’istituzione di reprimere il dissenso in modo “non educativo, ma punitivo”. Rivendicando «la natura politica del gesto di autodenuncia», ha riscaldato la temperatura e riacceso con il dibattito che sta arroventando la contrapposizione. Una discussione inesauribilmente in corso di cui, sottolinea Repubblica,  «mamme e papà alzano i toni, soffiando sul fuoco di un derby che diventa politico».

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