Roma, pene severe per gli occupanti del Tasso. Valditara: apprezzabile la fermezza del preside
Sanzioni severe per l’occupazione degli studenti del liceo Tasso di Roma. La stampa l’ha già ribattezzata ‘stangata’. Il dirigente scolastico del prestigioso liceo della Capitale ha disposto per i ragazzi dieci giorni di sospensione, di cui due senza obbligo di frequenza, 5 in condotta e lavori socialmente utili nel pomeriggio. La prima proposta di ‘punizione’ per l’ondata di occupazione di dieci licei della capitale nella notte tra il 4 e il 5 dicembre arriva dal preside del prestigioso liceo romano, Paolo Pedullà.
Tasso occupato, Valditara apprezza le sanzioni del preside
Una fermezza apprezzata dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. “La scuola costituzionale e dunque democratica – ha detto sul caso del Tasso – è quella che insegna a rispettare le regole e a coniugare libertà con responsabilità”. Il ministro ha evidenziato ancora una volta l’importanza dell’educazione al rispetto delle regole e alla responsabilità sociale nella formazione dei giovani.
Cinque in condotta e lavori socialmente utili
Come ricostruisce il Corriere della Sera, la protesta studentesca ha avuto conseguenze inattese per gli occupanti. Che ora si dicono preoccupati per le ripercussione sull’andamento scolastico. Durante i giorni di sospensione, gli studenti dovranno leggere un libro e redigere un elaborato su di esso. Misure che richiedono l’approvazione dei consigli di classe e sono definite “una risposta educativa” alle azioni degli studenti, che hanno occupato l’istituto per una settimana.
Pedulla: libertà e responsabilità vanno insieme
Il dirigente scolastico ha sottolineato l’importanza della libertà d’espressione e di opinione, ma ha anche rimarcato che esistono modi democratici per esercitarla. L’occupazione ha causato danni materiali “significativi”. E ha interrotto il diritto allo studio degli altri studenti, creando un conflitto tra l’espressione degli studenti e l’ordine scolastico. Dal 27 dicembre sono stati tenuti colloqui con gli studenti e i loro genitori per esplorare le ragioni del procedimento disciplinare.
“Gli incontri con genitori e studenti non sono processi”
Il preside ha sottolineato che tali incontri non sono inquisitori, ma mirano a una comprensione reciproca. Non è stata riproposta la decisione di escludere gli studenti coinvolti dai viaggi d’istruzione, una sanzione discussa l’anno scorso. Gli studenti non se l’aspettavano, pensavo che si sarebbe tutto risolto in un nulla di fatto. “Il sei in condotta nel pentamestre rischia di metterci davvero in difficoltà”, dicono ma – ci tengono – non rinnegano la scelta di protesta. E poco importa se la scuola ha subito danni materiali o se gli studenti liberi di non protestare sono rimasti ostaggio di una settimana di occupazione.