Occupazione, l’ultima scusa: per un liceo di Firenze è lo stress dei voti. Salvini: c’è qualcosa da rimettere in sesto…
Gli studenti alle prese con le occupazioni non sanno più come giustificare il blocco delle lezioni deciso contro il parere dei presidi e arbitrariamente imposto agli studenti che, lungi dalle sirene dell’ideologizzazione forzata, e sordi ai richiami delle pratiche in voga nella sinistra extraparlamentare, subiscono lo stop non condividendone spesso e volentieri istanze e metodologie. Oggi, però, come sottolinea Libero in edicola in prima pagina, «l’onda delle occupazioni a Roma inizia a schiantarsi sul muro della “maggioranza silenziosa”» di chi, non okkupando, è costretto a starsene a casa.
Occupazione, ideologizzazione e scuse. L’ultima è quella di un istituto di Firenze presidiato per i voti…
Una realtà alla frutta – anzi, arrivata a raschiare il fondo del barile – su cui poco fa è intervenuto anche il ministro e vicepremier Matteo Salvini. Il quale, intervenendo alla presentazione del libro Fatti per unire, ha commentato la vicenda di un liceo di Firenze, tra gli ultimi ad allestire il presidio, insorto contro voti e giudizi. E ha dichiarato: «In una scuola superiore a Firenze i ragazzi stanno occupando il liceo perché i professori li valutano. E le valutazioni dei professori a loro comportano stress e panico… Capite che c’è qualcosa da rimettere in sesto?», ha commentato sgomento il leader del Carroccio, prima di concludere: così «non prepariamo le generazioni future all’altezza delle sfide che ci aspettano».
La maggioranza silenziosa di chi è contrario all’occupazione comincia a farsi sentire
E invece, gli studenti italiani pronti ad alzare le barricate in aula e negli spazi comuni degli edifici scolastici, spesso vandalizzati, peraltro, proprio durante i presidi. Solerti nell’improvvisare a suon di comunicati giustificazioni morali e pseudo-motivazioni di stampo internazionale. I militanti dell’impegno scolastico ed extra-scolastico, pronti a okkupare contro il governo, le valutazioni del merito, e persino in sostegno dei terroristi di Hamas, sono stressati e preda di crisi di insicurezza e ansia generate dai voti. Una diagnosi che report e sondaggi rilanciano ciclicamente. E che diversi, istituti, peraltro, prendono seriamente in considerazione “riparando” con progetti, provvedimenti ad hoc, sperimentazioni varie.
Occupazione, ieri è toccato al “Giulio Cesare” di Roma: di scena la solita tiritera di sessantottesca memoria
Eppure, con buona pace di qualunque iniziativa e considerazione si possano proporre, quello che sta accadendo all’istituto fiorentino è quanto già registrato al Liceo Ginnasio “Giulio Cesare”, uno dei più importanti della Capitale. Che come ricorda Libero, «ieri è stato occupato, come altri istituti della città, da una delle sigle utilizzate dagli autonomi: Collettivo Zero alibi». Un ossimoro se si pensa alle motivazioni addotte per l’occupazione: «La solita solfa – tuona il quotidiano diretto da Sechi e Capezzone – infarcita di luogocomunismo, che va in scena ininterrottamente dal ’68».
Gli studenti solerti nel rispondere ai richiami delle sirene dell’ideologizzazione forzata
Ossia: «Il periodo storico di “stallo e incertezza”. La precarietà lavorativa; la crisi climatica. E, ovviamente, i “terribili conflitti in corso”. Tutte questioni su cui, secondo i collettivi – che hanno esposto sui muri scritte anti-Meloni – “la politica non riesce a fornire risposte concrete”. Secondo l’insindacabile giudizio degli okkupanti ideologizzati e militanti, messi all’indice dagli stessi compagni di banco dissidenti rispetto alla protesta che non vogliono più subire.
Occupazione del Giulio Cesare: la denuncia della preside
E allora, spiega Libero sulla vicenda del giulio Cesare, la risposta intanto arriva dalla preside, Paola Senesi. La quale, «in un comunicato ha denunciato come “una minoranza di studenti” si è introdotta “nottetempo nell’Istituto, violando la legalità. E negando di fatto l’esercizio del diritto allo studio per gli studenti. E del diritto di svolgere il proprio lavoro e ruolo a tutto il personale scolastico». La preside (che ha denunciato l’atto «ingiustificato» chiedendo lo sgombero immediato), denuncia quella che Libero definisce in base alle sue risultanze, che quella in azione sarebbe «una sparuta minoranza». Secondo il quotidiano infatti,
Dubbi nel merito prima ancora che sul metodo
«Gli autonomi di Zero alibi hanno dovuto chiedere aiuto al collettivo esterno Osa per procedere all’occupazione. Segno che costoro sono poco rappresentativi dell’identità politica dell’istituto. A dimostrarlo non solo la dissociazione di 3 rappresentanti d’istituto su 4 dall’occupazione ma la condivisione, da parte della stragrande maggioranza degli studenti, di un comunicato al vetriolo contro il Collettivo. Accusato – prosegue Libero citando dati e comunicati – “di propagare un ideale legato a un mondo culturalmente e politicamente dissociato dalla realtà della nostra scuola”».
«Nella nostra scuola temi di attualità in assenza di qualunque tipo di controparte politica»
E allora, prima ancora che sul metodo, dubbi e proteste nascono sulle motivazioni delle proteste che portano all’occupazione. «Si è preferito porre l’accento su una sola linea di pensiero – reclamano preside e maggioranza fin qui silenziosa – portando nella nostra scuola temi di attualità in assenza di qualunque tipo di controparte politica».