L’intervista. Federico Mello: “La Ferragni prova a fare la sua partita, ma l’immagine non potrà che peggiorare”

4 Mar 2024 15:56 - di Antonella Ambrosioni
Federico Mello

“Anch’io sono rimasto molto deluso dall’intervista a Chiara Ferragni a Che tempo che fa. Le sue risposte sono state totalmente insufficienti”. A parlare è Federico Mello, giornalista ed esperto dei trend e dei fenomeni collettivi derivanti dai social media. Si può considerare l’esperto numero uno dell’influencer alla quale ha dedicato un libro: “Essere Chiara Ferragni – Una biografia non autorizzata”, edito da Aliberti. Un libro che smitizzava già due anni fa il fenomeno della regina dei social, in tempi in cui farlo denotava anticonformismo, ossia quando era mediaticamente intoccabile. Erano i tempi in cui le Gallerie degli Uffizi la definirono «una sorta di divinità contemporanea» e Vanity Fair scrisse che era come una Madonna. Ora che l’influencer è nel pieno della bufera giudiziaria per il caso delle pubblicità ingannevoli su Pandori, uova di Pasqua e quant’altro, per l’esperto alla Ferragni rimangono ben poche strade per “riabilitarsi”. Il colloquio su Nove con Fabio Fazio è la dimostrazione – commenta Mello- che la sua immagine non potrà che peggiorare.

Federico Mello,  condivide il tritacarne mediatico in cui sono finiti Ferragni e Fazio? “ L’intervista quando inizia?”, si è ironicamente domandata Selvaggia Lucarelli. Fiorello ha rigirato il coltello nella piaga: “Ferragni non ha detto nulla”. Insomma, un’intervista soft. Il conduttore è sembrato officiare un rito “riabilitativo” senza riuscirci. Cosa ne pensa?  

Sono molto deluso anch’io. Del resto era inevitabile anche per la grande attesa che si era creata attorno all’evento televisivo. Chiara Ferragni raramente si concede a forme di comunicazione che lei non controlla direttamente. Sono state poche le occasioni in cui si è presentata “senza rete”, per così dire. Il risultato è stato quello che abbiamo visto,  deludente. Non ha spiegato nulla degli aspetti rilevanti che è chiamata a chiarire. E, anzi, ha tentato di passare per vittima, quando ha parlato della “campagna d’odio” nei suoi confronti, senza considerare le accuse rilevanti di cui è oggetto.

Tra domande non fatte e risposte non date è emerso il piagnisteo sull’odio social nei suoi confronti. Come giudica questa strategia comunicativa? 

Il fatto è che lei non ha molte strade da percorrere sulla strategia difensiva, dal punto di vista comunicativo. Cos’altro poteva fare, se non circoscrivere le accuse a “buona fede”, “ingenuità”, “fraintendimento”. Il che è molto poco, totalmente insufficiente.

Sul web i commenti infatti sono furibondi sotto il video dell’intervista. Molti ironizzano ( “Chiaramente è indagata per fraintendimento aggravato”), ma certo si avverte una rabbia diffusa nei suoi confronti. Chiara Ferragni è messa così male? 

Lei prova a fare la sua partita, ma può poco di fronte alla crisi nera della sua immagine e delle sue aziende. E intanto prosegue la telenovela…

Telenovela?

Sì, perché proprio lei aveva fatto della sua vita un reality sui social. E ora è vittima del suo stesso gioco che lei non può fermare. Prosegue la telenovela che si fa quindi sempre più “interessante” per le inchieste giudiziarie in atto. Quello che ha fatto è grave e rimane tale qualunque sia il profilo giudiziario che ne uscirà. Un fatto è certo, a mio avviso: la sua immagine non potrà tornare più come quella di un tempo. Può solo peggiorare.

Si è notato l’imbarazzo di Fabio Fazio nel cercare un registro comunicativo. Il suo esordio: “non sono un magistrato, non siamo in un tribunale” non è stato il massimo per chi si è messo davanti la tv sperando in un chiarimento. Concorda?

Fazio? Lo capisco, giornalisticamente chi non avrebbe ospitato Chiara Ferragni (15% di share)? Certo, c’è stata una dimensione molto concordata. Ha sottolineato alcuni punti critici ma senza incalzarla. Penso che l’accordo fosse questo. Lui del resto aveva sempre mantenuto una certa vicinanza verso l’influencer. L’aveva difesa in un articolo su Oggi. Per cui si partiva da una mediazione inevitabile. Quello che vorrei sottolineare è l’assurdità della dimensione politica.

Quale assurdità?

Come l’influencer possa essere diventata  un’icona della sinistra. Di una sinistra esangue che non ha capito quanto il modello Ferragni – liberista, consumista e individualista- sia opposto a quello professato da una certa classe politica. Eppure Elly Schlein l’ha difesa, e lo ha fatto anche Tomaso Montanari. Trovo assurdo che la sinistra italiana si sia fatta irretire da questo tipo di marketing.

La difesa che ha fatto la sinistra della Ferragni è scattata non appena il premier Meloni l’ha citata nel discorso ad Atreju?

No, da molto prima. Da quando l’influencer si è fatta portabandiera dei diritti Lgbt, del ddl Zan, di certo femminismo. Emblema di un capitalismo woke all’ennesima potenza. Persino la rivista “Jacobin” ha dedicato un articolo al caso di una sinistra che si è lasciata “infinocchiare” dalla Ferragni…

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