La Russa: “Non si può chiudere una scuola per il Ramadan, a Pioltello non hanno rispettato le regole”
No, non si può chiudere una scuola per il Ramadan. “Non ne faccio una questione ideologica, ma di regole. Se non si può, non si può”. A dirlo in un colloquio con il quotidiano La Stampa il presidente del Senato Ignazio La Russa, a proposito della vicenda della scuola di Pioltello che ha deciso di chiudere per la giornata conclusiva del Ramadan, il 10 aprile.
Ecco perché non si può chiudere una scuola per il Ramadan
“Io sono per il rispetto delle regole e se le regole consentissero di fare festa per il Ramadan, sarebbe stato giusto farla”, spiega La Russa. Tuttavia “il ministro Valditara mi dice che, allo stato attuale, non si possono aggiungere ulteriori giorni di sospensione della didattica, oltre a quelli già a disposizione delle scuole. Quindi non si sarebbe dovuto fare, a meno che non si sbagli Valditara. Se poi si vorrà si potrà discutere se cambiare le regole e introdurre la possibilità di feste ulteriori, allora anche di altre religioni, non solo quella islamica”. La Russa, in vacanza nella Riviera ligure, si schiera anche a favore del tetto agli studenti stranieri nelle classi, definendo l’idea “una questione di evidente opportunità: in una classe a prevalenza di studenti nati in Italia si lavora meglio e avviene meglio l’integrazione”.
La Russa: “L’Europa deve cambiare, non può imporci la misura delle zucchine”
Intervenendo su altri temi politici oltre al tema della scuola chiusa per Ramadan, La Russa ha formulato “l’auspicio è che si possa avere anche a Bruxelles una maggioranza di centrodestra come quella del governo nazionale”. Con quali obiettivi? “L’Italia non deve ricevere supinamente le indicazioni dell’Europa, ma influenzarle. L’Italia ha l’eleganza, il design, la moda, la cucina, l’allegria, valori ed elementi con i quali deve essere protagonista”, risponde La Russa aggiungendo che l’Europa “dovrebbe concentrarsi su cose importanti e lasciare alle comunità nazionali questioni come la misura che devono avere le zucchine”. Il presidente del Senato conclude con un “augurio che faccio a tutte le forze politiche italiane che entreranno nel Parlamento europeo: di aiutare il popolo italiano e la crescita del Paese”.
“Si recuperi il senso della Pasqua come festa di pace”
Su X, il presidente del Senato ha anche mandato i suoi auguri pasquali. “Con l’auspicio che questa Santa Pasqua sia una bellissima giornata di pace, i miei più sinceri auguri a tutti voi di una serena festività”. Sempre sul suo profilo social La Russa ha pubblicato anche il video in cui ha rivolto – mercoledì scorso a Palazzo Madama – gli auguri ai senatori per le festivita’ pasquali.
Con l’auspicio che questa Santa Pasqua sia una bellissima giornata di pace, i miei più sinceri auguri a tutti voi di una serena festività. pic.twitter.com/GOOyPKzIlV
— Ignazio La Russa (@Ignazio_LaRussa) March 31, 2024
“Quando ero bambino, la Pasqua non si celebrava a mezzanotte ma alle undici o comunque nella tarda mattinata, le campane suonavano tutte contemporaneamente e almeno in Sicilia ma credo ovunque – aveva ricordato La Russa nei giorni scorsi in Senato – vigeva la consuetudine che coloro che avevano avuto durante l’anno motivi di astio, di lite, facessero la pace. E anzi la gente si incontrava e anche se si conosceva appena, per strada si abbracciava perché il senso della Pasqua, come festa certamente religiosa, per questo chiamata Santa Pasqua, era però anche una festa laica, della pace. Mai come in questo momento – questo il messaggio rilanciato dal presidente del Senato – occorre una festa della pace per ciascuno di noi e per il mondo”.
Se fosse per il centrosinistra e affini dovrebbero essere gli italiani cristiani ad adeguarsi alle altre religioni. Assurdo!!!!!!
semplicemente assurdo .preside e professori da licenziare ..se ne sbattono delle regole italiane ..si candidino con pd e facciano politica non fomentare ideologicamente i nostri studenti ..allora voglio anche la festa della mela annurca , minoranza di qualità della nostra frutta
Mi dispiace leggere questi articoli che non vanno nella direzione della integrazione tra le persone che professano differenti culti.
Riporto di seguito l’introduzione al capitolo “ TUTELA DEI CULTI” riportato in un volume degli “ANNALI DELL’AFRICA ITALIANA” -Mondadori,1940:
“ L’Italia fascista ha dato la riprova, in A.O.I, di quella liberalità di indirizzo in
fatto di politica religiosa che costituisce quasi un attributo della forma mentis del nostro popolo: il quale, appunto perchè di sentimenti religiosi elevati, concepisce ed attua il rispetto piú assoluto nei riguardi dei culti professati da altre stirpi e che corrispondono a stadi diversi del tormentato cammino dell’umanità.
Era naturale che il Duce — dopo aver dato all’Italia, col Concordato, quella pace religiosa che era stata già vana aspirazione del nostro popolo sin dall’epoca del Risorgimento; dopo aver attuato in Libia la sua lungimirante politica musulmana; dopo aver infine realizzato nelle nostre vecchie colonie del Mar Rosso e dell’Oceano
Indiano la felice coesistenza dei vari culti — si fosse preoccupato sin dal primo giorno di impartire direttive tanto precise quanto perentorie perché in Etiopia gli interessi religiosi di tutte le popolazioni venissero rispettati e favoriti con cura costante, senza alcuna eccezione o defezione.
Gli ordini del Duce sono stati, come sempre, rigorosamente attuati. La pace religiosa — ossia la coesistenza tranquilla dei varî culti, reciprocamente rispettosi dei rispettivi diritti e doveri — non è piú, in Etiopia, un mito come al tempo dei negus.
Prima di esaminare i provvedimenti adottati in esecuzione dei principi stabiliti dal Duce, e che vennero consacrati nella legge del 1 giugno 1936, è necessario lumeggiare nelle sue linee generali la situazione dell’A. O.I. dal punto di vista religioso, situazione assai complessa, poiché l’Etiopia si presenta come un vero mosaico di religioni di ogni specie.”
Cordiali saluti
Quelli di sinistra, dovrebbero fare pace col loro cervello. Se la scuola è laica, niente crocifissi, niente benedizioni, niente festa del papà, niente festa della mamma, niente natale,niente pasqua ( che squallore mi verrebbe da dire, i nostri figli crescerebbero senza nessun valore) . Ma perché il Ramadam, invece va festeggiato: ma l’ islam,non è una religione? Valli a capire.
Ignazio, devi renderti conto che nelle scuole italiane comandano i comunisti. Abbiamo persino Chiese ed Oratori che gestiscono tramite i loro pretacci bolscevichi. Con i loro furbi sodalizi e finte associazioni, percepiscono denaro pubblico . Sono lautamente finanziati per combattere il Governo. Senza che nessuno abbia il coraggio di tagliare questo spreco di denaro. Devi intervenire: IGNAZIO PENSACI TU !
La Russa evidentemente parla di cose che non conosce (ed il ministro Valditara pure e dato il suo ruolo è molto peggio!) dunque occorre spiegargliele:
Ogni anno il Ministero dell’Istruzione, con un’ordinanza, definisce il calendario delle festività nazionali, che vengono rispettate da tutte le scuole di ogni ordine e grado (in particolare si veda l’articolo 74 del decreto legislativo n. 297 del 1994). L’unica festività di tipo locale è quella del Santo Patrono, differente per ogni comune. Allo svolgimento delle lezioni sono assegnati almeno 200 giorni per garantire la validità dell’anno scolastico. L’ordinanza stabilisce anche la data di svolgimento della prova nazionale inserita nell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo (ossia alla fine delle medie), comprese le sessioni suppletive, nonché la data di inizio degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione (ossia alla fine delle superiori).
Posti questi limiti, la medesima normativa prevede che le Regioni definiscano un proprio calendario scolastico, in cui vengono individuate la data di inizio delle lezioni, la data di termine delle lezioni, i giorni di chiusura per le festività natalizie e pasquali, altri eventuali giorni di sospensione delle attività didattiche.
A propria volta, ai sensi del regolamento (DPR 275/1999) attuativo della legge sull’autonomia scolastica (legge n. 59 del 1997), le istituzioni scolastiche possono, sulla base del calendario scolastico della Regione di appartenenza, definire degli «adattamenti», quindi anticipare o posticipare la data di inizio delle lezioni, o individuare altri giorni di sospensione delle attività didattiche. Questo può essere fatto garantendo comunque l’effettuazione di almeno 200 giorni di lezione e rispettando le date delle festività fissate a livello statale, come detto.
L’antagonismo delle sinistre verso il Governo di destra prende forma in atteggiamenti, come il chiudere una scuola per festeggiare il ramadan, in assoluto contrasto con le regole e le norme in vigore. E danneggiando chi islamico non è. Ma cosi piace ai diversamente bolscevichi. Verrebbe da dire, meno male che Giorga c’è!!!!
Suonatele perbene, una volta per tutte, a questi cialtroni! Sono veramente indignato
Fare la pace,giusto ma come fai a fare la pace con chi ti vuole distruggere?Forse che Israele doveva porgere l’altra guancia ad Hamas dopo il 7 di ottobre,e l’Ucraina porgere il ramoscello d’ulivo a Putin?Enoi dobbiamo sempre subire le prepotenze dei collettivi universitari vari sempre rigorosamente di sx in nome della pace?la pace la ottieni se dietro la schiena hai un bel randello nodoso da sventolare sotto il naso e mettere poi sul tavolo in bella vista quando si tratta se no non si ottiene niente.Si vis pacem para bellum,Roma docet.
Licenziateli tutti ….vadano ad insegnare nelle scuole pubbliche in medio oriente