La Russa: “Nelle università clima che ricorda gli anni ’70, facciamo tesoro di quella lezione”

18 Mar 2024 13:10 - di Agnese Russo
la russa anni 70

L’ombra degli anni ’70 c’è, ma ci sono anche segnali che “fanno ben sperare” che quella “lezione sia servita e che tutti oggi si rendano conto della gravità della questione”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è intervenuto sui “vergognosi” episodi di intolleranza nelle università con una lettera su Repubblica, indirizzata al direttore Maurizio Molinari, al quale i collettivi hanno impedito di parlare alla Federico II di Napoli.

Il filo rosso che lega gli episodi di intolleranza all’università

La Russa ribadendo la “sincera e spero non sgradita solidarietà” espressa a Molinari “per quanto accaduto all’Università di Napoli, dove al grido ‘Fuori i sionisti dall’università’ e ‘Non c’è spazio per i sionisti’ le è stato impedito di parlare”, ha ricordato il precedente di pochi giorni prima alla Sapienza che ha coinvolto David Parenzo, “reo – ha ricordato il presidente del Senato – di essere ( sic!) secondo alcuni, razzista, sionista e ovviamente… fascista”, e quello più indietro nel tempo che ha visto protagonista Daniele Capezzone, anche lui accolto al grido di “Fuori i fascisti, viva la Resistenza” e “duramente contestato costringendo la polizia ad intervenire in tenuta antisommossa”.

La Russa: “Episodi che ricordano gli anni ’70”

“L’allarmante ripetersi di questi vergognosi episodi – ha sottolineato La Russa – mi richiama alla mente fatti e slogan degli anni ’70 (“Fuori i fascisti dall’università” ecc… ) quando in pochi condannarono l’occupazione violenta e ideologica delle università e di molte scuole, aprendo la strada ad anni di scontri e di violenze, anche reciproche, che furono poi concausa della nascita del terrorismo”.

“Ma le parole di molti politici e di Mattarella fanno sperare che quella lezione sia servita”

“Lungi da me rinvangare quegli anni con spirito di parte fuori tempo e fuori luogo (anche se lo slogan “Uccidere un fascista non è reato” portò alla morte di un mio amico del tutto innocente quale Sergio Ramelli). Al contrario – ha sottolineato il presidente del Senato – le prese di posizione di molti esponenti politici e le chiare parole del Presidente Mattarella fanno ben sperare che la lezione degli anni ’70 sia servita e che oggi tutti si rendano conto della gravità della questione”. “Mi lasci dire in chiusura che quanto ricordavo a Umberto Bossi prima maniera, ‘C’è sempre qualcuno più settentrionale di te’, potrebbe oggi essere chiosato nei confronti di chi lecitamente pensa di incarnare l’antifascismo con le parole ‘attenzione c’è sempre qualcuno più antifascista di te’ e che magari — aggiungo io — potrebbe fraintendere i tuoi argomenti”, ha quindi concluso La Russa.

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