Il “long Covid” politico di Speranza: no alla Basilicata perché non si è ancora ripreso dalle fatiche di ministro

20 Mar 2024 7:22 - di Agnese Russo
speranza basilicata

Con lungo post cuore in mano, Roberto Speranza ha spiegato perché non si è messo a disposizione del centrosinistra per la candidatura in Basilicata. Anzi, ha “sentito il dovere di chiarirlo”, come ha scritto su Facebook, spiegando sostanzialmente che ancora non si è ripreso dalla fatica dell’essere stato ministro della Salute negli anni del Covid. Insomma, di essere affetto da quello si potrebbe definire una sorta di “long Covid” politico, aggravato – è il tocco da maestro – da quando si è iniziato a parlare della Commissione d’inchiesta che su quella stagione vuole fare chiarezza.

Speranza: “Chi parla della mia candidatura in Basilicata rimuove il carico che ho avuto da ministro”

“Ho letto alcune ricostruzioni, a mio giudizio insensate, che partono però sempre da una rimozione di fondo che per me è inaccettabile: cosa ha significato e quali siano le conseguenze dell’essere stato ministro della salute durante la pandemia da Covid 19”, si legge nel post, nel quale Speranza recrimina sul fatto che “chi in queste ore ha accostato il mio nome alla candidatura a Presidente della Regione Basilicata rimuove il carico di responsabilità che ho avuto sulle mie spalle negli oltre tre anni di mandato a cui ha fatto seguito anche una clamorosa inchiesta giudiziaria”. Lui, ha rivendicato, è rimasto in carica per tutto il periodo, non come i colleghi di altri Paesi europei che invece si sono avvicendati.

La replica a chi ha chiesto “generosità”

“È stato un carico di lavoro inimmaginabile, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, senza alcuna pausa con decisioni quotidiane che incidevano sulla vita quotidiana di milioni di italiani. Questa storia non può essere rimossa. E il lavoro incessante che ho fatto, dando tutto me stesso, non può essere sottovalutato”, ha aggiunto l’ex ministro, ricordando che dopo aver aderito al Pd “non ho chiesto nessun incarico né a livello di partito né a livello di gruppo o di commissione”. “A chi parla di ‘generosità’ vorrei ricordare che il prezzo che io e i miei affetti più cari abbiamo pagato per l’impegno degli anni del Covid è stato altissimo e purtroppo non si è ancora esaurito”, ha quindi sottolineato, con un riferimento alle parole di Pierluigi Castagnetti, che chiarisce come il post sia tutto rivolto al centrosinistra.

La mozione degli affetti e lamentela sulla Commissione d’inchiesta

Poi, dopo aver spiegato che “mi pesa essere costretto a parlarne pubblicamente”, Speranza ha rivelato che “continuano incessanti le minacce di morte e gli insulti quotidiani da schegge della galassia no vax. Sono continue le istigazioni all’odio personale sui social e anche da parte di un pezzo limitato ma molto rumoroso del mondo editoriale. Questo clima, ulteriormente peggiorato da quando è stata annunciata la commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid, mi costringe ancora a vivere sotto scorta con tutto ciò che questo comporta per me e per i miei cari”.

L’altra stoccata ai suoi: “Il governatore non si può fare part time”

Per queste ragioni, “essenzialmente di natura personale”, dunque, non ha dato la disponibilità alla candidatura in Basilicata, dove non avrebbe potuto essere al cento per cento, mancando nel “rispetto” per la sua terra. “Chi si candida a guidarla deve essere pronto a dare tutto se stesso, 24 ore al giorno, anteponendo questa funzione ad ogni altro pensiero o preoccupazione. Proprio come ho fatto io negli anni da ministro. Candidarsi a guidare una regione è una scelta di vita che richiede un impegno totale. Giudico offensivo anche solo pensare ad un lavoro part time come qualcuno sembrerebbe suggerire”, ha aggiunto, dando a questo punto, ammesso che ce ne fosse ancora bisogno, anche la misura della disperazione in cui versa il centrosinistra.

La richiesta di rispetto per le sue ragioni

“Sono ragioni che credo meritino rispetto”, ha quindi scritto Speranza, appellandosi infine al rispetto del mandato che gli è stato dato con l’elezione alla Camera. “Non è il mio modo di servire le istituzioni. Spero che queste poche righe servano a chiarire il senso delle mie scelte”, ha concluso l’ex ministro, trovando se non altro tra i suoi follower una certa solidarietà.

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