Giovani anti Meloni? Balle: alle elezioni a scuola si vota destra. L’antifascismo è un mantra che non funziona più

19 Mar 2024 15:19 - di Redazione
elezioni scuola

Altro che «governo dei manganelli» e «anti-giovani», e studenti contro la Meloni: a dare una rapida occhiata al resoconto che propone Libero riportando e analizzando i dati delle recenti elezioni studentesche che si sono svolte nelle nostre scuole viene da smentire e smitizzare il coro degli aedi che certa sinistra parlamentare e social intona sui media sembra tutta un’altra musica… Sì perché a ben guardare, senza dover neppure troppo leggere tra le righe, la percezione del mondo giovanile che i dem millantano e che li porta ad asserire in base a una verità che avrebbero in tasca che l’esecutivo di centrodestra ce l’avrebbe con i ragazzi e che, di contro, gli studenti ce l’avrebbero con il governo in carica, altro non sarebbe che una plateale mistificazione.

Altro che studenti anti-governo: alle elezioni a scuola vince la destra

Non a caso, scrive Libero, per capire che le cose non stanno affatto così basta leggere gli esiti delle ultime elezioni studentesche: a partire dal fatto che, riferisce il quotidiano citato, «ad essere eletto portavoce nazionale degli studenti, infatti, è stato Luca Santo, liceale viterbese espressione di Azione studentesca, movimento vicino a Fratelli d’Italia». E tutta la schiera dell’esercito dei gruppi di sinistra che tanto piacciono ai dem, dei collettivi, e degli anti Meloni, che fine hanno fatto? Tutti sconfitti, conferma Libero. Che addentrandosi nel merito degli esiti elettorali scolastici, aggiunge anche e spiega: «In pratica l’elezione del portavoce nazionale degli studenti funziona così: i ragazzi eleggono i loro rappresentanti nella consulta provinciale, i rappresentanti provinciali eleggono le consulte regionali e i rappresentanti regionali eleggono gli organi nazionali, tra cui, prima di tutto, il portavoce».

E con largo consenso: «Il candidato che abbiamo espresso ha vinto al primo turno. Ha avuto il voto di 11 regioni»

In sostanza, si evince, serve un consenso più che largo per riuscire a prevalere sui competitor. Ergo, questo consenso al momento va alla destra. Una novità, quella che le elezioni scolastiche asseverano, che infatti Riccardo Ponzio, presidente nazionale di Azione studentesca, conferma e commenta con Libero, asserendo: «Fino allo scorso anno non avevamo mai vinto, poi sono arrivati due successi consecutivi». Sottolineando contestualmente: «Questa volta», aggiunge, «il candidato che abbiamo espresso ha vinto al primo turno. Ha avuto il voto di undici regioni, la sinistra circa la metà. Questo è l’unico termometro chiaro per valutare il consenso, siamo diventati il primo movimento studentesco d’Italia».

La sinistra ha sempre la stessa strategia: quella dell’antifascismo militante. Ma non funziona più

Una chiara sconfessione della propaganda di sinistra tra i giovani che non convince e, sicuramente, non attanaglia nei gangli connettivali la realtà studentesca. Dove parole d’ordine come antifascismo militante e altri fantasmi evocati ad hoc restano fuori dai portoni. Tanto che, sempre Ponzio al quotidiano citato ribadisce e conferma: «I ragazzi di oggi sono post-ideologici». E ancora: «Noi vogliamo comunicare la nostra visione del mondo, certo. Ma poi cerchiamo soprattutto di risolvere i problemi concreti dei giovani. La sinistra invece prova a mobilitare gli studenti puntando solo su cose lontane, come appunto l’antifascismo militante. Ma è una strategia che non funziona più»…

Gli esiti delle elezioni a scuola

E dalla teoria alla pratica, i risultati attestano una vittoria senza se e senza ma della destra studentesca, che nelle ultime tornate elettorali ha conquistato numerose consulte provinciali. Con città importanti capitolate. Quelle che Libero elenca: da Padova a Bari, da Modena a L’Aquila. E poi Ferrara, Pavia, Viterbo, Teramo… La roccaforte è il Lazio, ma anche l’Abruzzo del governatore Marsilio, appena riconfermato. Senza dimenticare la Toscana rossa che adesso, almeno tra i ragazzi, tanto rossa non è più

Ma quale movimento studentesco anti-governo: si tratta di una esigua minoranza…

Come conferma, del resto, lo stesso Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù nazionale, che raggruppa gli under 30 del partito di Giorgia Meloni. E che a Libero dichiara: «Ci raccontano di un movimento studentesco anti-governo, ma la realtà è che si tratta di una esigua minoranza. Forse sono più i professori ad essere ancora in molti casi di sinistra…». Quindi, spostando l’asse del discorso sul perno degli atenei rilancia: «A me non ha stupito che sia stato eletto portavoce nazionale degli studenti un ragazzo di destra».

E dalle elezioni a scuola ai dibattiti nelle università…

Così come, prosegue il quotidiano, nelle università «quelli che hanno recentemente zittito David Parenzo alla Sapienza di Roma e Maurizio Molinari alla Federico II di Napoli. O quelli che hanno impedito di parlare, sempre alla Sapienza, al direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone e allo stesso Roscani, non rappresentano gli studenti. Ma «una minoranza molto rumorosa». Una rappresentanza di nicchia contestataria, le cui liste di riferimento, incalza Roscani, «alle elezioni universitarie arrivano costantemente ultime…». Nonostante il sostegno e gli endorsement di chi tra i progressisti solidarizza con loro…

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