Gender, svolta nel Regno Unito: vietati i farmaci bloccanti della pubertà. Pro Vita: seguiamo l’esempio

13 Mar 2024 14:47 - di Federica Argento

Il premier conservatore inglese Rishi Sunak ha parlato di “decisione storica”. Il Servizio sanitario inglese (Nhs) ha deciso di bloccare le prescrizioni del farmaci che bloccano lo sviluppo delle pubertà usati nei centri che si occupano di disforia di genere. La decisione arriva dopo che un lavoro di revisione sui principali studi ha rilevato che “non c’erano prove sufficienti” della sicurezza o dell’efficacia. Lo riporta la ‘Bbc’. Le terapie bloccanti della pubertà, che interrompono i cambiamenti fisici che si innescano con lo sviluppo dei ragazzi, saranno ora disponibili solo come parte della ricerca. Il Regno Unito, che è stato uno dei primi Paesi portabandiera nell’assecondare i trattamenti per il cambio di sesso sui minori, è ritornato sui suoi passi.

In Italia a gennaio l’uso di queste terapie, nel caso particolare all’ospedale Careggi di Firenze, era finito nell’occhio del ciclone con un’interrogazione parlamentare da parte del Senatore Gasparri e il  conseguente  intervento del ministero della Salute, con l’invio degli ispettori per verificare se fosse stato effettuato il percorso preliminare indicato di psicoterapia prima della somministrazione del farmaco triptorelina.  Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, ha subito commentato la notizia proveniente dalla Gran Bretagna:

«Dopo lo storico stop del Servizio Sanitario Inglese alla somministrazione di ormoni per bloccare lo sviluppo puberale di minori confusi sulla loro identità sessuale, a causa degli effetti potenzialmente avversi per la salute, ci attendiamo che anche il Governo Italiano agisca urgentemente; tamponando le due principali fonti di pericolo per bambini e adolescenti italiani: il far west nei centri per il trattamento della disforia di genere negli ospedali italiani, evidenziato dal caso Careggi;  e la diffusione illegale della “Carriera Alias” nelle scuole. Che rafforza negli adolescenti la pericolosa idea di essere “nati nel corpo sbagliato”. Spingendoli a desiderare un fantomatico e impossibile “cambio di sesso” tramite una sostanziale castrazione chimica».

La Gb è arrivata a questa decisione drastica dopo che il centro Gender Identity Development Service (GIDS) fu accusato di ricorrere ad un uso disinvolto di ormoni bloccanti della pubertà;  e di fornire cure fortemente invasive e inadeguate ai bambini e giovani affetti da disforia di genere. Dunque il sistema sanitario pubblico inglese, meglio noto con l’acronimo NHSE (National Health Service England), nel 2020 ha commissionato una revisione indipendente sullo stato della situazione sanitaria nazionale in tale ambito.

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