“CCCP”: sempre incendiari e menefreghisti
E Lindo Ferretti torna a sconvolgere i piani

17 Mar 2024 8:00 - di Andrea Moi

I CCCP sono tornati a far casino. Dopo trent’anni dalla loro nascita, il gruppo punk emiliano ha scelto di riunirsi e lanciare una tournée in Italia. Un secondo inizio che è partito da Berlino, precisamente dal circolo KulturAstra della zona Est. Si sono riuniti, Giovanni Lindo Ferretti frontman della band, Massimo Zamboni, Fatur e Annarella, per ritornare a incendiare i palchi. “CCCP in DDDR” è stato il nome dell’evento. DDDR sta per Deutsche Demokratische Dismantled Republik: e allora suonano le chitarre elettriche sulle macerie della Repubblica Democratica tedesca, smantellata. In questa atmosfera è andata in scena la reunion del gruppo. Tre repliche, tutte sold out, affollate da fan italiani giunti fino in Germania per ascoltare di nuovo le note di Emilia Paranoica Punk Islam.

La scelta di invitare Andrea Scanzi sul palco ha attirato aspre critiche. Una provocazione bella e buona che ha scatenato l’ira del pubblico presente al concerto di Berlino. Che cosa c’entra Scanzi sul palco dei CCCP? “Non lo vogliamo” e allora via con insulti e lanci di oggetti che hanno scaldato l’atmosfera. Scanzi, arrabbiatissimo accusa il colpo sul palco. Ferretti al suo fianco, è in un brodo di giuggiole e si gode il pazzo momento danzando sotto i fischi indemoniati dei fan. Nella replica del giorno seguente, la scena si ripete e Ferretti, prima del discorso di Scanzi, gli dona un elmetto militare, così da essere pronto alla nuova onda di dissenso lanciato da sotto il palco.

È risaputo, l’essenza del punk è quella di sconvolgere gli schemi e anche stavolta Ferretti ci è riuscito. L’operazione è andata a segno. Fioccano gli articoli di giornale e la reunion di un gruppo punk anni ’80-’90 che si incontra dopo tanto tempo in quel di Berlino, diventa una notizia che riempie i blog di musica e i quotidiani nazionali. Qualcuno ci è rimasto male per la presenza di Scanzi? Poco importa, d’altronde “Non sono come tu mi vuoi” è una delle più celebri frasi del repertorio dei CCCP.

A rimanerci male furono in molti anche quando Ferretti scelse di partecipare ad Atreju, la kermesse culturale della destra italiana. Si registrarono urla isteriche (anche se solo virtuali) dei vecchi e ortodossi compagni, custodi della linea che non può essere tradita. A Ferretti, non importò nulla e anzi, all’epoca, espresse la sua sincera simpatia umana e politica per Giorgia Meloni, partecipando anche all’edizione di Atreju dell’anno successivo.

L’eco della strappo del “compagno” Ferretti risuona ancora oggi, ma lui se ne frega e procede cantando conforme a chi, conforme a cosa? Conforme a quale strana posa? E allora cantiamo anche noi insieme a lui, che saremo sotto i palchi d’Italia ricordando che in fondo, la libertà è una forma di disciplina.

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