Borsa, “toro” scatenato col governo Meloni: nuovo record dal 2008. E il listino torna “italiano”
“Denaro spaventato non vince”, è uno dei motti più illuminanti che sia mai stato pronunciato da un anonimo giocatore di Borsa nella storia della finanza mondiale. Il denaro, oggi, in Italia, non spaventa gli investitori, anzi genera ottimismo, che in economia non è una suggestione, uno stato d’animo o un sorriso stampato sul volto, ma un vero e proprio indicatore di crescita, che ha molto a che fare con il “mood” ma anche con la stabilità di un Paese. Ecco perché il record fatto registrare ieri dalla Borsa di Milano che per la prima volta, dal 2008, ha visto il Ftse Mib superare la soglia dei 34mila punti, vale quanto una Champion’s League per chi gioca sul terreno della finanza speculativa. Il toro è scatenato, per dirla con la metafora zoologica utilizzata dal mondo finanziario, che contrappone al mastodontico animale con le corna, simbolo di euforia, l’orso triste e a testa bassa quando i mercati sprofondano. E le corna? Quelle tocca afferrarle al momento giusto e lì serve l’abilità dei trader, la politica può fare poco.
Borsa su con la Meloni: un dato non casuale
I numeri, però, alla politica sorridono. Per intenderci, era dai tempi della crisi internazionale generata dal crack della Lehman Brothers che Piazza Affari non rimbalzava tanto. Ma non è un caso, visto che già il 2023 aveva visto la Borsa italiana, nel primo anno di governo Meloni, cavalcare praterie finanziarie in euforia, grazie anche alle ottime performance dello spread e delle offerte di titoli di Stato prese d’assalto dai risparmiatori. Non è quello che determina le sorti del listino, sia chiaro, ma quello è esattamente ciò che si definisce “clima” in un Paese, e che esercita un’influenza diretta sugli investitori nazionali e internazionali, sulle operazioni “retail” e sulle scommesse “future”. Se a questo aggiungiamo i buoni dati sull’inflazione in calo, con l’Italia migliore in Europa, e le previsioni sul Pil non eccezionali ma decisamente migliori di quelle di altri Paesi, ci si spiega bene come mai Milano sia attualmente la “regina d’Europa”.
Toro, toro: il segnale di crescita è arrivato, dice Urso
“Toro toro taxi”, cantavano i Dire Straits, ma qui siamo in presenza di una locomotiva, in realtà. Merito anche delle manovre sui tassi della Bce e dei record di utili degli istituti bancari, ai quali il governo, evitando la tassa sugli extraprofitti, ha però imposto di reinvestire i margini in innovazione, ridando smalto alle attività digitali. Il governo, ovviamente, gode. “Piazza Affari ha superato per la prima volta la soglia dei 34 mila punti. Un’impresa storica e significativa che segna lo stato di salute dell’economia italiana ed evidenzia ancora una volta l’attrattività del nostro Paese e del nostro indice di riferimento”, dice il ministro dello Sviluppo Economico Adolfo Urso.
Piazza Affari è tornata a maggioranza “tricolore”
Ma c’è un altro dato che non può che far piacere a chi sostiene il governo “patriottico”: nel 2023, la percentuale di società presenti sul listino di Piazza Affari detenuta da soggetti italiani si è attestata al 54%, in aumento di oltre cinque punti percentuali rispetto al fine 2015, invertendo la situazione creatasi quasi 10 anni fa, e in linea col 55% registrato nel 2022. E’ quanto emerge dal rapporto del centro studi di Unimpresa. Il valore delle società quotate è salito, nell’ultimo anno, di 108 miliardi (+24%), passando da 453 miliardi a 561 miliardi. ”C’è una ritrovata fiducia nelle prospettive economiche italiane internazionali oltre che con la stabilità politica assicurata dal governo guidato da Giorgia Meloni”, sottolinea l’associazione. Gli azionisti tricolore tornano dunwue in netta maggioranza nel capitale delle spa quotate, tengono a bada gli investitori esteri (fermi al 46%) e si godono una plusvalenza di quasi 110 miliardi di euro.
Non esattamente la previsione fatta dal centroinistra alle ultime elezioni, quando parlavano di possibile “default” italiano, con la destra al governo. Dei record, in questo caso, beneficeranno anche gli elettori di sinistra e qualche leader politico a cui non dispiace giocare in Borsa con il “toro” italiano.