Studenti violenti, la sentenza di Feltri: “E’ tutta colpa dei genitori che insegnano odio e vendetta”
“Buongiorno Direttore Feltri, sono un’insegnante che lavora da oltre venticinque anni nella scuola pubblica e che ha assistito a profondi cambiamenti nel comportamento dei discenti, divenuti sempre più aggressivi, maleducati, insofferenti alla disciplina e irrequieti. Le scrivo con grande preoccupazione e vorrei denunciare il malessere mio e dei colleghi che, come me, si ritrovano ad entrare in aula ogni mattina con il timore di subire le angherie degli alunni e pure dei genitori degli stessi…”. Una lettera di una professoressa, oggi, sul Giornale, offre a Vittorio Feltri lo spunto per affrontare il tema della violenza nelle scuole, dal bullismo dei ragazzi a quello degli stessi genitori. Il giornalista non prende posizione contro “le nuove generazioni”, anzi, le difende, perché a suo avviso le colpe arrivano da lontano… Oggi l’ultimo episodio di aggressione di un professore in una scuola di Reggio Calabria.
Gli studenti violenti indottrinati dai genitori, secondo Feltri
“Cara prof, sono le famiglie a imprimere nei fanciulli una specie di propensione ad adottare comportamenti aggressivi, che vanno dai soprusi verso i compagni, e in questo caso parliamo di bullismo, a intimidazioni, insulti, attacchi fisici e verbali nei confronti dei docenti. Si tratta di reati a tutti gli effetti. Genitori violenti producono figli violenti. Tanto è vero che sono soprattutto babbo e mamma ad organizzare spedizioni punitive nei confronti di professori colpevoli di avere fatto il loro dovere, magari assegnando un brutto voto al ragazzo impreparato o richiamando all’ordine l’alunno che dimostra indisciplina oppure disturba le lezioni”, risponde Vittorio Feltri, che poi elenca alcuni casi di cronaca degli ultimi tempi, fino ad arrivare a uno degli episodi più recenti e significativi. Il 2 febbraio, nel Foggiano, una mamma, reputando troppo lieve la sospensione di 5 giorni decisa dal consiglio di classe nei confronti del ragazzino che aveva pestato suo figlio, ha pestato a sua volta il preside.
“Cosa avrà insegnato al figlio questa signora? Che è bene farsi giustizia da soli, che alla violenza si risponde con altra violenza, peraltro nei riguardi di chi è innocente…Andiamo a novembre, quando, in Sardegna, un professore ha ricevuto una testata dal babbo di un allievo. La sua colpa? Avere rimproverato il figlioletto che piagnucolando è uscito dall’aula per chiamare in soccorso il padre. Certo, stupisce che questi ragazzi non siano capaci di reggere la disapprovazione, il richiamo, l’autorità, le regole. Ma stupisce ancora di più che i parenti vogliano preservarli da tutto questo, ossia da quegli elementi essenziali da cui dipendono la crescita e la maturazione di un individuo….”, conclude l’editorialista del Giornale.