Schlein e Conte restano muti su Giorno del Ricordo e Foibe. FdI li stana: “Vergognoso silenzio”

11 Feb 2024 13:18 - di Vittorio Giovenale
Schlein Conte

Elly Schlein non pervenuta, Giuseppe Conte latitante: nella giornata del ricordo i due esponenti di spicco dell’opposizione sono rimasti silenti in un imbarazzante quanto offensivo silenzio nei confronti dei martiri delle foibe. Un silenzio che cela il sospetto ancora più pesante della semplice dimenticanza: l’ombra di un negazionismo strisciante che Pd e M5s solleticano e alimentano con le loro omissioni.

Nel giorno delle foibe Schlein e Conte restano in silenzio

Un silenzio che non è sfuggito ai parlamentari di Fratelli d’Italia, che hanno stigmatizzato la vergognosa omissione. Ad accendere le polveri il caustico tweet di Giovanni Donzelli. «Sono io che non me ne sono accorto o in tutta la giornata di ieri, 10 febbraio, né Schlein né Conte hanno trovato il tempo di dire una sola parola sulle foibe, per il Giorno del Ricordo? Anche se in ritardo possono rimediare oggi a questa ignobile svista», scrive su X il responsabile organizzazione di FdI.

L’ambiguità dei leader Pd e M5s giustifica i negazionisti

Gli fa eco il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia Lucio Malan, che argomenta: «Conte e Schlein, sempre in competizione e spesso in litigio tra loro per chi debba essere il leader dell’opposizione, almeno su una cosa vanno d’accordo: il totale disinteresse per le vittime delle foibe. Infatti, in occasione del Giorno del Ricordo entrambi si sono ben guardati dall’esprimere parole di vicinanza verso i martiri dei massacri, uccisi solo perché italiani in un eccidio che per decenni è stato sottaciuto, occultato perche’ troppo imbarazzante per chi politicamente aveva solidarizzato con gli assassini. Ora quei decenni di buio proseguono nel silenzio dei due principali leader della sinistra».

«Nemmeno – prosegue Malan – l’alto e nobile discorso del presidente della Repubblica che con le sue parole ha richiamato tutti a una condanna ferma e netta, ha potuto indurli ad unirsi alla commemorazione nello spirito di una memoria condivisa, di cui spesso la sinistra parla, ma quasi sempre con l’idea che ciò debba significare che tutti devono accettare la sua visione, le sue ambiguità e, come ieri, i suoi inaccettabili silenzi».

Fidanza: “Schlein e Conte legittimano il negazionismo sulle foibe”

Un silenzio che indigna anche il capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza. «Invece di fare gli esami del sangue agli alleati europei della Meloni, la sinistra si dovrebbe preoccupare della traiettoria che lei stessa sta prendendo».

«Ieri – ricorda Fidanza intervenendo alla trasmissione L’Agenda’ su Skytg24 – Giorgia Meloni è stata il primo Presidente del Consiglio a recarsi a Basovizza a rendere omaggio ai martiri delle foibe e agli esuli giuliano-dalmati; questo gesto è stato preceduto dalle parole importanti pronunciate dal Presidente Mattarella».  «Purtroppo per tutta la giornata di ieri né Schlein né Conte hanno trovato un minuto per ricordare questa tragedia italiana, coperta dal silenzio per decenni per responsabilità della sinistra. Una vergogna. Purtroppo il riduzionismo strisciante della sinistra istituzionale finisce per legittimare il negazionismo e i vandalismi come quello di Firenze, dove ancora una volta è stata distrutta la targa in ricordo dei martiri delle foibe», conclude.

Ora Elly Giuseppe vadano a visitare il Treno del Ricordo

La deputata triestina di FdI, Nicole Matteoni non manca di dare una risposta a quel silenzio: «Forse perché la verità storica fa male? Forse perché nel loro elettorato c’è ancora una forte frangia negazionista che domina il pensiero della sinistra italiana? Sarebbe opportuno dunque che Schlein e Conte andassero a visitare il Treno del Ricordo, inaugurato ieri da Giorgia Meloni e di venire a Basovizza per capire che cosa i loro “leader e pensatori del passato” hanno occultato e etichettato come fascist’ quando invece erano madri e padri di famiglia, bambini e bambine, senza colpa, o forse sì, quella di essere italiani».

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