Rdc, stanati gli ultimi furbetti: stranieri senza requisiti di residenza, commesse in nero, detenuti

1 Feb 2024 14:09 - di Italpress
Rdc

Le Fiamme Gialle savonesi, nell’ultimo periodo, hanno analizzato la posizione dei percettori del Reddito di cittadinanza, attraverso il mirato utilizzo delle banche dati in uso al Corpo, associato ai necessari riscontri, evidenziando ulteriori illecite percezioni da parte di 16 soggetti, per oltre 109.000,00 euro. A seguito degli approfondimenti eseguiti, entrando nel merito dei dettagli si evince che sono 12 le persone individuate che avevano dichiarato fraudolentemente di aver risieduto in Italia da almeno 10 anni. In particolare, la Compagnia di Albenga ha accertato che una donna avrebbe presentato due istanze nelle quali, entrambe le volte, avrebbe falsamente asseverato di aver risieduto in Italia negli ultimi 10 anni. Allo scadere della seconda istanza, è stato poi il marito ad avanzare una ulteriore richiesta di sussidio, nonostante anch’esso, cittadino iscritto all’Aire, residente all’estero fino al 2015, fosse privo del requisito della residenza continuativa in Italia negli ultimi 10 anni.

Ma non è ancora tutto. Nel corso degli accertamenti, infatti, sono state scoperte anche due commesse che lavoravano “in nero” in due distinte attività commerciali, percependo contemporaneamente il Reddito di cittadinanza. In particolare, in un caso è stata individuata una 33enne di Savona, che lavorava “in nero” presso un esercizio commerciale ubicato in provincia, la quale dai controlli effettuati in materia di sommerso da lavoro è risultata non in regola con le posizioni contributive ed assistenziali. Poiché all’atto del controllo, il datore di lavoro aveva dichiarato che la commessa fosse la sua compagna, e quindi una collaboratrice familiare, sono stati effettuati ulteriori accertamenti. Accertamenti in seguito ai quali è emerso che la donna, seppur convivente, percepiva il Reddito di cittadinanza, avendo posto fittiziamente la propria residenza in un altro civico, al fine di non far confluire nel nucleo familiare il suo convivente.

Infine, nell’ambito degli accertamenti delle Fiamme Gialle è stato individuato un soggetto che aveva comunicato all’I.N.P.S. una composizione strumentale del proprio nucleo familiare, al fine di ottenere i benefici del reddito di cittadinanza, oltre ad una persona percettrice del particolare emolumento, pur se condannata per furto, con sentenza passata in giudicato. Ulteriori accertamenti hanno quindi altresì evidenziato che la stessa persona, al momento della presentazione della domanda per la concessione del reddito di cittadinanza, aveva omesso di dichiarare che una componente del proprio nucleo familiare era in stato di detenzione. Infine, il Tribunale di Savona, a seguito di apposita comunicazione di notizia di reato, trasmessa dai militari del Comando Provinciale di Savona, ha condannato definitivamente una indagata per indebito beneficio del reddito di cittadinanza, nonché per indebita percezione di erogazioni pubbliche, disponendo la contestuale confisca della somma indebitamente percepita fino a un massimo di circa 15.000,00 euro, con la conseguente devoluzione all’Inps.

(Italpress)

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