Meloni: “L’Italia porterà la voce degli agricoltori in Europa”. E Bruxelles apre alla riforma della Pac
“L’agricoltura non è nemica dell’ambiente e della transizione ecologica, anzi, è l’esatto contrario. Se c’è qualcuno che ama il territorio, che vuole custodirlo e che lavora ogni giorno per preservarlo, quel qualcuno è proprio l’agricoltore”. Parola di Giorgia Meloni, che in un videomessaggio indirizzato all’Assemblea di Confagricoltura sottolinea la battaglia del governo contro i diktat ideologici in salva green. La premier fa il punto sul delicato dossier confermando di essere la voce degli agricoltori in Europa proprio mentre a Bruxelles si è tenuto il delicato vertice dei ministri dell’agricoltura, sotto il pressing delle rumorose proteste dei trattori che hanno segnato momenti di forte tensione con le forze dell’ordine. Un incontro al quale il governo italiano, rappresentato dal ministro Francesco Lollobrigida, ha fornito un supporto decisivo all’insegna di una profonda revisione della Pac, politica agricola comune.
Agricoltura, Meloni: noi sempre contrari ai diktat ideologici
Al tavolo europeo sull’agricoltura Lollobrigida ha presentato il pacchetto di proposte del governo italiano a partire dalla revisione della Pac, la politica agricola comune, adottata – ha detto – ” in circostanze molto diverse da quelle attuali”. L’Italia propone quindi azioni a breve e medio termine per ripartire da una Pac più “giusta” e più “semplice”. Ma anche la garanzia di adeguate risorse finanziarie per sostenere il reddito degli agricoltori e mantenere un tessuto rurale “vitale”. Tra le richieste anche la reciprocità degli standard di produzione applicati ai Paesi Terzi. Una proposta, quella della revisione della Pac, che ha fatto breccia tra i colleghi, come dimostrano le parole del commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Che ha aperto alla possibilità di rivedere i criteri di condizionalità stabiliti dalla Pac. “C’è una maggioranza a favore di questa idea. E anche il Parlamento europeo sembra sostenere un’iniziativa da parte della Commissione in merito. Teoricamente sarebbe possibile farlo anche in questo mandato se vogliamo fare qualcosa rapidamente per gli agricoltori. Sarei a favore”, ha detto alla stampa citando il contributo del ministro Lollobrigida.
La revisione della Pac è una priorità
Tra gli obiettivi strategici, spiega Meloni nel videomessaggio, c’è appunto la revisione della Politica agricola comune, che è stata immaginata prima della pandemia e prima del conflitto in Ucraina. Da un lato “occorre garantire sicurezza agli approvvigionamenti di cibo di qualità ai nostri cittadini. Dall’altro assicurare un adeguato tenore di vita a chi quel cibo lo produce. Obiettivi che possono essere raggiunti solamente sostenendo il reddito degli agricoltori”. E questo – ha aggiunto – passa per forza di cose da un’altra battaglia decisiva: quella contro la concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da Nazioni terze che non rispettano le stesse regole che i nostri agricoltori e pescatori sono vincolati a rispettare.
Rinegoziare gli accordi con i Paesi extra-Ue
L’Italia si farà portavoce delle richieste degli agricoltori e chiederà alla Commissione europea di negoziare con maggiore incisività e determinazione gli accordi con i Paesi extra-Ue. “Abbiamo fatto sentire la voce italiana su tanti dossier – ha aggiunto Meloni – penso alle norme sulle emissioni, sugli imballaggi, sui fitofarmaci, sulla rotazione forzata o sulla messa a riposo obbligatoria dei terreni. Certo, non tutte le questioni sono risolte, ma io credo che il buon senso stia iniziando a prevalere”.
Protestare non è difesa dei privilegi ma un diritto
La crisi dell’agricoltura è in cima all’agenda di Palazzo Chigi, tanto che l’Italia ha chiesto e ottenuto che sia all’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo di marzo. “Senza agricoltori non c’è cibo. Senza cibo non c’è futuro. C’è chi ha detto e scritto che gli agricoltori sono scesi in piazza per difendere i loro privilegi. Io credo, invece”, scandisce la premier, “che gli agricoltori abbiano tutto il diritto di far sentire la loro voce e chiedere il riconoscimento del giusto prezzo per il lavoro che svolge. E un sistema di regole che difenda e sostenga quel lavoro. Io credo che non sia un privilegio, è una battaglia di buon senso, concreta e reale”.
Procaccini e Fidanza: ridefiniamo la politica agricola europea
Carlo Fidanza, portando la vicinanza della delegazione europea di FdI a Strasburgo al ministro Lollobrigida, ha ribadito il sostegno alle richieste degli agricoltori. “Perfettamente in linea – ha detto – con le battaglie condotte in questi anni contro le ecofollie di Timmermans e della sinistra rosso-verde. Per buona parte di questa legislatura abbiamo cercato di contrastare, inascoltati, la deriva ideologica che si è abbattuta sugli agricoltori europei”. Per Nicola Procaccini, copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, il documento presentato dal ministro Lollobrigida al Consiglio Ue Agrifish “rappresenta una base importante per ridefinire l’intera politica agricola europea a favore degli agricoltori. Misure concrete mirando al supporto e alla valorizzazione delle produzioni per eliminare la cappa ideologica che domina anche la politica agricola della Ue”.