Marisa Laurito costretta a difendere De Luca (padrone del suo teatro): “L’insulto alla Meloni? Non l’ho sentito”
Marisa Laurito, l’attrice comica napoletana resa nota al grande pubblico dalle trasmissioni di Renzo Arbore, torna a far ridere come nei gloriosi anni ’80. Per chi la ricorda ai tempi di “Quelli della notte”, la passione di Marisa era il fdanzato Scrapizza che lui coccolava e venerava da passionale e devota femmina napoletana d’altri tempi.
Da Scrapizza a De Luca: la nuova passione di Marisa Laurito
La 73enne attrice napoletana ha sfoderato in questi giorni un nuovo monologo, una pubblica dichiarazione d’amore nei confronti di Vincenzo De Luca. Il governatore della Campania, che sta diventando sempre più impresentabile e imbarazzante nelle sue condotte e nelle dichiarazioni, incassa una difesa senza se e senza ma, che oscilla tra il comico e il ridicolo.
“Sono direttore artistico del Teatro Trianon Viviani di Forcella, la questione dei fondi alla Cultura mi tocca da vicino, siamo i più poveri di tutti”, dice in un’intervista al Corriere della Sera “questa faccenda dei fondi bloccati è seria, al governo si passassero una mano sulla coscienza. La programmazione è ferma, c’è gente alla fame, non ci sono soldi per pagare gli stipendi. La cultura è l’immagine di un Paese”. La Laurito è scesa in piazza a Roma (e poi a Napoli) assieme a De Luca contro l’autonomia differenziata.
Laurito costretta a scendere in piazza: la Regione Campania è proprietaria del suo teatro
Per il suo governatore ha parole di miele: “Mi sta molto simpatico, il che non guasta. A prescindere dalle sue sfuriate fa anche cose buone. Da sindaco di Salerno è stato salvifico per la città, l’ha rimessa in piedi. E ha condotto la nostra regione fuori dalla pandemia. Inoltre dimostra un’attenzione particolare per il turismo, insomma è bravo”. Ma la performance comica arriva a vette degne di Totò e Scarpetta quando commenta l’insulto di De Luca alla Meloni. “Hanno preso un fuori onda – dice la Laurito accorata – non l’ha mica detto direttamente a lei, così almeno ci ha spiegato”; “non è una risposta meravigliosa, lo ammetto, però non è carino nemmeno invitare De Luca ad andare a lavorare, uno come lui che lavora da mattina a sera. Ha diritto di offendersi anche lui”. E ancora, con esilarante candore, la Laurito insiste: “Un’uscita infelice, però può scappare. Bisogna considerare le circostanze. Immagini duecento sindaci della Campania che manifestano liberamente e si vedono chiudere i portoni in faccia dalla polizia, questo non è bello, in democrazia”, “le tensioni ci sono, se poi ti riprendono di nascosto…“.
La difesa a spada tratta di De Luca è stata pressoché obbligatoria. Infatti, il padrone “di fatto” del teatro di cui la Laurito è direttore artistico, oggi è proprio De Luca: la fondazione Trianon Viviani di Forcella è per l’80 per cento di proprietà della Regione Campania e per il restante 20 per cento del Comune di Napoli. Provate a immaginare cosa sarebbe successo e quali “mali parole” (altro che le offese alla Meloni) le avrebbe detto De Luca, se avesse osato dire una sola parola in dissenso.