“Lobby nera”, niente scuse da Fanpage per le bufale: “Inchiesta archiviata, ma era seria…”

8 Feb 2024 14:28 - di Leo Malaspina

Ormai sta diventando un classico del giornalismo italiano. Fanpage.it denuncia reati clamorosi attraverso proprio infiltrati o giornalisti “provocatori”, finanche con l’uso di pentiti attori con il volto nascosto, pubblicano inchieste che Corrado Formigli amplifica, con tanto di ospitate del direttore e lezioncine moralistiche sulla politica e sul giornalismo a testa alta, poi arriva la Procura e magicamente archivia tutto. Era accaduto con l’inchiestona sulle presunte corruzioni del figlio di Vincenzo De Luca, “Bloody money”, sullo smaltimento dei rifiuti, “smaltita” rapidamente dalla Procura di Salerno con l’archiviazione dell’indagato. E’ accaduto ancora con l’inchiestona sulla “Lobby nera”, con tanto di borsa con tangenti finte consegnate a misteriosi mediatori: scene da fiction di quarta serie, anche per la Procura di Milano, che ha archiviato in fase di indagine preliminare le accuse. Anche in questa occasione Formigli ci aveva “azzuppato” il biscotto, che a quanto pare gli è rimasto sullo stomaco, anche se per stasera annuncia nuove, clamorose, rivelazioni…

Le “non scuse” e le ridicole tesi sulla grande inchiesta “Lobby nera” prodotte  da Fanpage

E Fanpage? Dopo la figuraccia, fischietta, non si scusa, pubblica un articolo nel quale, secondo i dettami della dottrina Travaglio, sorvola sulle conclusioni della Procura, che hanno scagionato il presunto tangentista Carlo Fidanza, per sostenere che l’inchiesta gironalistica era valida e che tanti dubbi restano. Gli oo7 del giornalismo italiano, dunque, con un atteggiamento a metà tra il commissario Lo Gatto e il Nick Carter di Alan Ford, alimentano i sospetti…

“..Naturalmente l’insussistenza delle ipotesi di reato non smonta l’impianto dell’inchiesta giornalistica, che rivela comunque rapporti ambigui fra partiti ora al governo e formazioni di estrema destra, non derubricabili come mera goliardia o note di colore….”. Noooo…

Poi la surreale gag del trolley, con le copie della Costituzioni all’interno invece delle tangenti. I giudici, qui, parlano di “messa in scena” per non dire pagliacciata. 

“Anche qui, niente scuse ma solo esercizi di equilibrismo sugli specchi. “Sul caso del trolley, infine, viene spiegato che è tecnicamente un reato impossibile, poiché il denaro in quella valigetta non ci sarebbe mai stato ‘perché non era nell’intenzione del giornalista finanziare effettivamente le campagne elettorali’, ma era tutta una ‘messa in scena’. Chiaramente i nostri giornalisti non avrebbero potuto inserire del denaro contante in quella valigia, visto che non volevano commettere sul serio un reato. E gli inquirenti hanno compreso appieno le intenzioni dell’inchiesta di Fanpage.it, tanto che nella richiesta di archiviazione hanno scritto: ‘[…] il denaro promesso non era contenuto nella valigetta consegnata e, a monte, non era nella disponibilità del giornalista, il quale ha solo finto di avere alle spalle un’azienda in grado di procurare il denaro'”. Ah, ha finto. Ha finto anche di aver trovato una notizia, del resto.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *