L’attore Ricky Memphis: mio padre era un fascistone, di secondo nome mi chiamo Benito
In una lunga intervista a Il messaggero l’attore Ricky Memphis parla della sua famiglia e racconta del padre, morto quando lui aveva solo quattro anni. “Papà, che lavorava alla Siemens come perito tecnico, era un fascistone. Il mio secondo nome è Benito… Per lui doveva essere il primo, però mia madre si oppose e fecero un’estrazione con dieci bigliettini: lui barò e scrisse Benito nove volte, solo che uscì l’unico su cui mia madre aveva scritto Riccardo”.
Memphis, che vedremo nei panni di Ciceruacchio nella mini serie di Rai1 “Mameli – il ragazzo che sognò l’Italia” in onda il 12 e 13 febbraio, parla anche della sua fede. Andrea Scarpa che lo intervista gli domanda se il suo essere cattolico lo ha svantaggiato nella carriera. Così risponde Ricky Memphis: «Non lo so e non mi interessa saperlo. La fede è una grazia che vivo dentro e fuori di me, mi importa soltanto seguire la parola di Dio. Certo, ogni tanto mi dà un po’ fastidio l’ignoranza e l’arroganza di quelli come certi atei da salotto che si dicono garantisti e comprensivi per qualsiasi cosa, ma quando si parla di cattolicesimo diventano ferocemente intransigenti. Ci vuole pazienza».
Arrivato a 55 anni, Ricky Memphis fa anche un bilancio del suo percorso artistico e della sua vita: “Rifarei tutto, anche se mi sono seduto sugli allori e mi sono lasciato un po’ andare: sono anche ingrassato. Ora però sono a dieta, che fatica…”. E coltiva infine un progetto, per liberarsi dal personaggio del “romano de core“: interpretare un serial killer o colui che gli dà la caccia.